Friuli: almeno 40 zone carenti per l’assistenza di base di medici e pediatri


di PAOLO MOSANGHINI

La Regione cerca medici di base e pediatri per coprire le zone carenti del Friuli Venezia Giulia. Sono circa quaranta i medici di medicina generale da integrare, e un numero molto superiore invece per quanto riguarda i pediatri (sia per gli ambulatori sul territorio sia per i reparti ospedalieri). La Direzione regionale della sanità ha aperto all’inizio dell’anno i termini per la presentazione delle domande e quindi per accedere alla graduatoria regionale. Ma la carenza di medici, come spiega l’assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic, si trascina ancora dalla giunta precedente, quando fu portato il tetto massimo di pazienti da mille a milletrecento per ogni medico. Un provvedimento che ha spinto i sindacati di categoria a presentare ricorso  E il Consiglio di Stato ha accolto le istanze dei professionisti, abbassando successivamente a mille il numero massimo di assistiti. E anche se per il 2011 il ministero ha nuovamente rivisto il tetto (alzandolo a 1.300), per il 2010 devono essere integrati i posti vacanti. Sono 4 nel territorio dell’Azienda per i servizi sanitari Triestina, 14 in quella Isontina, 4 nell’Alto Friuli, 4 nel Medio Friuli e 11 nella Bassa Friulana.<br />
«Mancano medici, ma mancano soprattutto pediatri», ribadisce l’assessore Kosic. «Dobbiamo procedere con l’integrazione dei dottori di base in adempimento alla sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai sindacati in merito all’innalzamento del numero di pazienti per ogni professionista», illustra il responsabile della Salute.

 

La situazione è ancora più grave per quanto concerne la copertura delle zone carenti per i pediatri. Basta ricordare che a Muzzana del Turgnano, per esempio, la mancanza del pediatra è stata sopperita soltanto qualche mese fa (dopo circa sei anni che si trascinava). Ma in difficoltà sono soprattutto i paesi di montagna, dove è più difficile trovare un professionista.
«Alcuni pediatri hanno fino a 1.500 assistiti quando il rapporto dovrebbe essere di uno a ottocento. E questo non dipende dalla Regione, ma da una sinergia che evidentemente non funziona e che deve mettere in relazione il fabbisogno del territorio e le risposte», aggiunge Kosic. Ma in alcuni casi il numero chiuso dei corsi universitari non agevola la soluzione. «È per questo che la riforma del ministro Gelmini è importante», sottolinea ancora l’assessore.
Nei prossimi mesi dunque la Regione procederà con l’aggiornamento dei bandi per colmare le carenze in molti Comuni e integrare il numero dei medici di medicina generale. È più difficile invece trovare i pediatri. E infatti in alcune zone di montagna ormai da troppo tempo manca il pediatra. E questo disagio non coinvolge soltanto le Aziende sanitarie che garantiscono il servizio sul territorio, ma anche i reparti ospedalieri che molto spesso si trovano a ricoprire gli organici con diverse difficoltà.