Friuli: bilancio della stagione 2012 per i Campi di Volontariato di Legambiente

 

C’è un turismo “minore” che non conosce crisi
Giovani da tutta Italia ai Campi di Volontariato di Legambiente

Vengono da tutte le regioni italiane; sono giovani, giovanissimi ma anche adulti, più in là con gli anni; quasi sempre hanno scelto di visitare le nostre montagne perché non c’erano mai stati prima; sono armati di buone intenzioni e di voglia di conoscere una cultura, un ambiente e cibi diversi; con decespugliatori e tronca-rami aiutano a tenere puliti e a rendere agibili i vecchi sentieri … sono i volontari che partecipano ogni estate ai campi di Volontariato di Legambiente

    Sarà che, in tempi di crisi, è aumentato il numero di persone che cercano una soluzione “economica” per effettuare le proprie vacanze; sarà che il “passa parola” tra chi ha sperimentato queste attività di gruppo, rimanendone favorevolmente impressionato, funziona e porta i suoi frutti; sarà anche che i programmi e le visite proposte dagli organizzatori locali per far conoscere il nostro territorio riescono a soddisfare i palati più esigenti, ma per i Campi di Volontariato – un’esperienza che Legambiente propone nella nostra regione dal lontano 1998 – le cose sembrano andare a gonfie vele. Si è da poco conclusa, infatti, l’ennesima stagione dedicata a questa attività e, sulla scorta dei risultati raggiunti, già ci si avvia a mettere in cantiere le iniziative per il prossimo anno.
Il bilancio che l’associazione ambientalista può trarre è più che positivo: nonostante il periodo che stiamo attraversando sia senza dubbio difficile anche per il settore turistico, nel corso del 2012 è cresciuto il numero dei Campi organizzati – quattro: due riservati agli “under 18” e due agli adulti, distribuiti tra la Carnia (Lauco e Socchieve), il Canal del Ferro (Moggio Udinese/Chiusaforte) e le Prealpi Carniche (Montereale Valcellina) – ed è cresciuto anche il numero complessivo dei partecipanti.
La formula, ormai collaudata, è sempre la stessa. Un gruppo di “volontari” trascorre un periodo di vacanza di una decina di giorni in strutture messe a disposizione dalle Amministrazioni locali o dagli Enti Parco e in cambio dedica una parte del proprio tempo a lavori utili all’ambiente, come il ripristino di vecchi sentieri, la bonifica di piccole discariche di rifiuti o la manutenzione di siti di interesse archeologico. Il modello ai quali ci si rifà è quello di offrire “lavoro” in cambio di “ospitalità”, una formula di vacanza che i più importanti organi di informazione nazionale segnalano essere in decisa crescita.
La differenza tra chi trascorrere una settimana di vacanza in un agriturismo, pagando il proprio soggiorno dando una mano nei campi e chi lo fa attraverso Legambiente è però significativa. I primi si limitano sostanzialmente ad avere un contatto individuale con un’azienda, facendo pratica con un’attività spesso nuova ed inusuale; gli altri vivono un’esperienza che è anche formativa, intensa e ricca di emozioni, durante la quale sviluppano rapporti di confronto e amicizia con persone prima sconosciute, condividono attività di lavoro alternate a corvée in cucina e momenti di relax, effettuano escursioni. Per i partecipanti si tratta quasi sempre della scoperta di un territorio nuovo, che imparano a conoscere e a “leggere” attraverso la guida di esperti: cercando un po’ di frescura alla cascata della Plera o prendendo il sole in riva al Lago di Cavazzo c’è così il modo di apprendere notizie e riflettere sulle conseguenze di uno sfruttamento indiscriminato delle risorse idriche, come quello avviato dalla SADE; davanti ad un palazzo del Settecento a Povolaro si ricevono informazioni sui cramars e sulla possibilità di promuovere un turismo “sostenibile” come quello rappresentato dall’Albergo Diffuso, un’idea che qui per prima è nata e si è affermata; incontrando una vecchia trincea, mentre si cammina sulle nostre montagne, si finisce per parlare di Giorgio Ferigo e delle sue canzoni contro la guerra e l’emigrazione; a tutti poi, ed in particolare ai ragazzi provenienti dall’Emilia, siamo sicuri che resterà a lungo impresso il racconto dell’esperienza della Ricostruzione che Aldo Di Bernardo svolge con passione e competenza durante la visita al Museo del Terremoto e al Centro Storico di Venzone.
L’altra differenza, rispetto alla vacanza fatta lavorando in un agriturismo, è che nel primo caso a trarne beneficio è un privato, mentre nel secondo è un ente pubblico e, in generale, lo sono le comunità locali e l’ambiente. Lo dimostra quanto è successo all’inizio dell’estate a Lauco, dove una trentina di ragazzi ha partecipato, tra l’altro, alla pulizia dei siti di Chiauians e Curs, che ospitano le antiche tombe scavate nella roccia; o quanto avvenuto tra luglio e agosto a Montereale Valcellina, dove i lavori hanno riguardato la manutenzione del Castello ed il recupero di un’opera di archeologia industriale; o, per finire in ordine di tempo, a Chiusaforte e Socchieve, interessate dal taglio, effettuato dai volontari, della vegetazione che aveva invaso alcuni sentieri e mulattiere di grande interesse escursionistico. Un servizio reso al territorio, dunque, che è utile ai residenti e migliora nello stesso tempo l’offerta per i turisti. 
Come detto, accanto a questo aspetto, non va trascurato quello indubbiamente legato alla promozione del nostro territorio. In tutti questi anni, nel Friuli Venezia Giulia, non c’è praticamente regione da cui non sia arrivato almeno un volontario per frequentare i Campi organizzati da Legambiente. Quest’estate, ad esempio, c’è chi è giunto dalla Sicilia e dalla Basilicata, spinto dalla curiosità di conoscere una regione lontana, dove fino agli anni Novanta molti giovani venivano solo per svolgere il servizio militare. E, spesso, chi è venuto una volta ritorna, assieme ad amici o parenti, per trascorrere una breve vacanza anche in altri periodi dell’anno. Da questa attività, fatta di piccoli, ma significativi numeri (soprattutto se rapportati alla realtà dei nostri paesi di montagna), giunge dunque un segnale favorevole e incoraggiante, in un momento in cui molte località soffrono per una minore presenza di turisti, con periodi di soggiorno più brevi. È questa anche la conferma che la domanda di un turismo più responsabile e attento alla cultura, alle bellezze naturali e alle particolarità dei luoghi visitati sembra risentire meno della congiuntura sfavorevole.
Uno dei vantaggi che possono derivare ai territori coinvolti è la possibilità di estendere le presenze anche in periodi di bassa stagione, vista la richiesta di soggiorno che proviene, in particolare, da ragazzi con meno di 18 anni e giovani studenti alla fine dell’anno scolastico. Di queste opportunità, di nuovi progetti e della possibilità di ampliare il numero di proposte nella nostra regione si parlerà nei prossimi giorni in un apposito incontro con le Amministrazioni Comunali interessate.

                        Legambiente del Friuli Venezia Giulia



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