Friuli: Confindustria contro i costi, i vitalizi e i privilegi della politica


di Beniamino Pagliaro

I vitalizi dei consiglieri regionali, emblema primo dei privilegi della politica, finiscono nel mirino degli industriali. Il presidente di Confindustria Fvg, Alessandro Calligaris, chiede subito un cambio di passo, dopo l’ennesimo rinvio della questione, a settembre. Il numero uno degli industriali non vuole fare un discorso demagogico. «La politica – dice Calligaris – deve anche dare un messaggio in questo momento difficile, la politica deve dare l’esempio, anche in Friuli Venezia Giulia, in una situazione grave determinata da non scelte». Le spese del Consiglio regionale nel 2010 superano i 24 milioni: quasi la metà va a coprire indennità e aggiornamento dei consiglieri. Ma il capitolo di spesa che più fa discutere è quello che serve per il mantenimento di chi ha lasciato l’incarico: 7,7 milioni vengono spesi in assegni di vitalizio. Fino a cinque mila euro al mese per vecchi politici che non si affacciano in piazza Oberdan, in Consiglio regionale, da decenni. Secondo Calligaris «bisogna essere pragmatici, dalle spese di famiglia – evidenzia – a quelle dello Stato. Le spese devono essere rapportate al servizio che producono». Confindustria non pensa a un sistema di rilevazione della produttività dei politici, ma chiede almeno che «l’effettivo lavoro che un cittadino, da eletto, produce, sia di qualità». Ecco il nodo dei compensi: Calligaris chiede che «il lavoro sia compensato con parametri adeguati. Ma non è pensabile – attacca sui vitalizi – che garantisca di vivere per tutta la vita, grazie alla politica. L’impegno in Consiglio regionale dev’essere solo un passaggio di un periodo di vita che uno coglie, e poi torna a lavorare». L’appello di Confindustria si somma alle tante raccomandazioni già arrivate dal mondo delle associazioni e da alcuni partiti politici. Da mesi e anni i gruppi politici in Consiglio si inseguono nella presentazione di progetti di legge più o meno ben ideati, sempre in tema di costi della politica. I principi di base sono sempre quelli, ormai condivisi dai vari partiti: riduzione del numero dei consiglieri eletti, abolizione dei vitalizi. Ancora una volta, a luglio, la politica regionale ha perso l’occasione giusta, rimandando la dolorosa scelta a settembre. Dolorosa perché i consiglieri sono chiamati a votare l’abolizione di un privilegio, rinunciando a moneta sonante quando non saranno più eletti. I tempi, però, impongono decisioni senza scorciatoie. L’ordine del giorno firmato dai rappresentanti dei vari gruppi impegna i partiti a mettere in agenda la decisione al rientro dalle vacanze estive.


Una risposta a “Friuli: Confindustria contro i costi, i vitalizi e i privilegi della politica”

  1. aggiornamento del 11/08/2011

    di Beniamino Pagliaro

    Le parole del presidente degli industriali del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Calligaris, risvegliano la politica dal torpore agostano: l’appello a far presto, e bene, i famosi tagli ai costi della politica – invitando la Regione Friuli Venezia Giulia a dare l’esempio – provoca la reazione del mondo politico, che un po’ non ci sta a farsi bacchettare e un po’ asseconda l’invito, e incassa l’approvazione dal mondo sindacale. La politica. Il primo a reagire alle dichiarazioni di Calligaris è il consigliere del Pdl Alessandro Colautti, che nelle scorse settimane aveva già replicato pepato alle richieste di rigore di Cristina Nonino. «Rilevo con una certa preoccupazione lo sport dello scaricabarile – dice Colautti – in cui pare dilettarsi fra gli altri la voce imprenditoriale. La continua e metodica sequela di dichiarazioni contro la presunta casta politica – aggiunge – mi sembra possano nascondere in realtà una de-responsabilizzazione del sistema che, per chiamarsi fuori, preferisce individuare nella politica il nemico». Ecco dunque che Colautti invita anche Confindustria «a farsi un esamino di coscienza, perché se il sistema sta arrancando non è certo responsabilità assoluta della politica regionale o nazionale. Ad esempio, ritiene la Confindustria di aver fatto tutto per i suoi associati?». Dall’opposizione, si fa sentire il consigliere del Pd Giorgio Baiutti: «È un falso problema – assicura il democratico – quello di dire che non si è affrontato il taglio nelle variazioni di bilancio. Il problema è affrontare più in generale i costi della politica, fare una cosa organica, con un tavolo ampio. Tanto – garantisce – la volontà c’è tutta, la situazione non consente più di temporeggiare, i segnali della società civile impongono di muoversi». L’Italia dei Valori prova invece a cogliere in positivo l’appello del presidente di Confindustria Fvg Calligaris. «In autunno il Consiglio regionale attuerà la revisione dei costi della politica, soprattutto in ordine ai vitalizi che sono, onestamente, impresentabili all’opinione pubblica. Nello stesso tempo – propone Enio Agnola – deve aprirsi un tavolo di confronto con Confindustria regionale e con le altre categorie produttive dove vengano trattati i temi della parte finale della legislatura che dovrà avere una impostazione “costituente” e dove l’opinione del settore economico di punta dovrà avere la dovuta considerazione». Agnola richiama alla necessità di «un patto politico-sociale in tra la classe politica e il mondo economico che dovrà concorrere alle scelte di settore in vista della Finanziaria 2012». Il sindacato. Le parole di Agnola riecheggiano nella reazione della Cgil regionale, che con il segretario Franco Belci chiede un patto imprese-sindacati. «Bisogna individuare subito – annuncia – una sede di confronto tra forze economiche e sociali, per elaborare linee d’azione e proposte in grado di avviare un percorso condiviso per gestire questa fase della crisi, forse la più difficile e incerta, perché sospesa tra aspettative di rilancio e timori di una nuova recessione». Belci ha ribadito la bocciatura per l’azione della giunta regionale: «Già da febbraio – dichiara il segretario – Cgil-Cisl-Uil e Confindustria avevano presentato congiuntamente un documento nel quale si indicavano alcune linee progettuali per la crescita e si formulavano proposte che riguardavano le politiche industriali, il mercato del lavoro, la logistica, l’energia, la conoscenza e la formazione, e si insisteva come ha ricordato sul Messaggero Veneto il presidente Calligaris, sull’esigenza di ridurre i costi della politica. Tondo non ha mai risposto». Per la Uil, il neosegretario regionale Giacinto Menis ritiene che «a luglio il Consiglio regionale ha perso un’altra occasione. Bisogna prendere provvedimenti seri sull’abbattimento dei costi della politica, con quello che sta succedendo nel mondo e a Roma». Anche la Uil, dunque, sottoscrive le parole di Calligaris. «E l’antipolitica – fa notare Menis – non centra nulla».

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