Friuli: De Agostini scrive a Tondo a nome del “Movimento Friuli” e Tondo risponde

di Marco De Agostini (trezo da sinistra) , segretario politico del Movimento Friuli.

Egregio presidente Renzo Tondo, considerata la sua ben nota insensibilità politica e culturale verso la lingua del popolo friulano, così come ci ha abbondantemente dimostrato la politica linguistica svolta della sua giunta da cinque anni a questa parte, riteniamo comunque doveroso farle presente, come custodi della memoria e della eredità politica del partito storico dell’autonomismo friulano, che sarebbe suo compito sollecitare la giunta regionale a deliberare un immediato ricorso formale presso la Corte costituzionale per la palese incostituzionalità del nuovo comma sulla spending review che discrimina e viola i diritti della minoranza linguistica friulana e di altre minoranze della repubblica. Riteniamo altresì che tale discriminazione, aggiungendosi agli esiti della politica linguistica della sua giunta, abbia effetti devastanti sulla possibilità di mantenere l’autonomia speciale della Regione, che include la nazionalità friulana, se non viene contrastata nei modi più decisi, denunciandone la natura, contraria alla normativa internazionale e di specifica attuazione dell’articolo 3 dello statuto speciale. Da quando il Movimento Friuli ha deciso nel 1992 la sospensione della sua attività politica diretta, nelle istituzioni, nella speranza che altri soggetti fossero intenzionati e capaci a percorrere meglio e più efficacemente i percorsi del programma autonomista storico, abbiamo potuto assistere a un inesorabile e progressivo declino della capacità di autonomia di questa Regione, non solo e non tanto per le incursioni politiche e istituzionali dello Stato centrale, ma soprattutto per la mai superata disposizione della classe politica friulana ad assecondarle secondo i riti di un più che secolare servilismo. Quei soggetti non c’erano nel 1992 e non ci sono, anche se si sono chiamati autonomisti e alcuni continuano a chiamarsi tali. Se nel 1996 è stata votata dal Consiglio la legge 15, pensata e scritta nelle sue linee fondamentali dieci anni prima dentro l’Mf, per avviare una politica linguistica della lingua friulana in questa regione dopo decenni di ritardi e omissioni, ciò è palesemente avvenuto perché il mondo politico regionale di allora aveva temuto il successo elettorale della Lega nord nello stesso momento che aveva pensato, parzialmente sbagliandosi, che il messaggio storico del Movimento Friuli si fosse trasferito in essa. Gli anni delle due ultime legislature hanno visto la progressiva riduzione dell’impegno della regione nei confronti della lingua friulana, il progressivo svuotamento della legge di tutela e della capacità di azione degli organi regionali di politica linguistica, il dirottamento dei fondi necessari per la tutela in altre discutibili direzioni. Ora ci manca solo il silenzio suo e della giunta di fronte all’insulto alla lingua friulana del governo che dovrebbe muoversi in conformità alla Costituzione e non in violazione della stessa. Per tutte queste ragioni, il Comitato dei garanti del Movimento Friuli giudica un errore storico la sua decisione di ritirare il partito nel lontano 1992, e che 20 anni di assenza del movimento autonomista storico sulla scena friulana e regionale sono evidentemente troppi.

Una risposta a “Friuli: De Agostini scrive a Tondo a nome del “Movimento Friuli” e Tondo risponde”

  1. Aggiornamento del 22/08/2012

    di Renzo Tondo, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Il minimo che si possa dire della lettera aperta del segretario politico del Movimento Friuli Marco De Agostini sulla tutela della lingua friulana, pubblicata su questo giornale lunedì 20 agosto, è che l’autore risulta male informato.

    Sono i fatti a parlare chiaro. La Giunta regionale che presiedo ha ereditato una legge, la 29 del 2007 («Norme per la tutela, la valorizzazione e promozione della lingua friulana»), di fatto inoperante e bloccata. Una legge approvata dall’Amministrazione precedente a pochi mesi dalla scadenza del mandato, con evidenti finalità di consenso elettorale, una legge su cui per di più pendeva un’impugnazione del Governo per incostituzionalità, poi effettivamente accertata nel 2009.

    Ed è merito della Giunta che presiedo l’aver con pazienza e realismo, dopo aver chiuso il contenzioso con il Governo, reso operativa la legge a cominciare dalla sua parte più importante, quella dell’insegnamento del friulano nella scuola. Una volta messo a punto il Regolamento, è stato definito il Piano applicativo che ha permesso di far entrare il friulano nella scuola, non più semplicemente come arricchimento dell’offerta formativa, ma come insegnamento pienamente inserito nell’orario curricolare, con una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro.

    È stato nel contempo istituito, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, un elenco degli insegnanti con competenze riconosciute per l’insegnamento della lingua friulana, sulla base di titoli culturali, professionali e scientifici, al quale sono iscritti oggi 700 insegnanti. Sono ancora alcuni dati incontrovertibili a mostrare i progressi: nel prossimo anno scolastico saranno 39 mila gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado le cui famiglie hanno espressamente richiesto l’insegnamento della lingua friulana, con un aumento di quasi il 30 per cento rispetto all’anno precedente.

    Ricordo inoltre che, nonostante le difficoltà della finanza pubblica che sono sotto gli occhi di tutti, è stato incrementato il capitolo del bilancio regionale destinato al sostegno dei mezzi di informazione in friulano ed è stata potenziata la dotazione di personale qualificato dell’Arlef, l’Agenzia regionale per la lingua friulana. C’è insomma chi si limita a parlare e chi invece le cose le fa.

    Ma non è finita qua. Le dichiarazioni non sono sufficienti per dimostrare il nostro impegno. E dunque passiamo ai fatti. Voglio infatti rassicurare De Agostini anche su un altro punto sollevato nella lettera aperta: come ha più volte pubblicamente dichiarato l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Molinaro, la Giunta ricorrerà contro la norma della spending review che ha declassato il friulano da lingua minoritaria a dialetto. Lo faremo perché quella norma va contro la legge nazionale 482 del 1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche ed è palesemente anticostituzionale. Abbiamo atteso semplicemente che la norma venisse tradotta in legge. In una delle prossime riunioni di Giunta formalizzeremo la decisione.

    Non abbiamo esitato in questi anni a ricorrere in Corte costituzionale contro i provvedimenti del Governo ritenuti lesivi dello Statuto di Autonomia speciale della Regione Friuli Venezia Giulia. Ma l’autonomia si difende prima di tutto in un altro modo: dimostrando di esserne degni, di essere capaci di saper gestire con oculatezza e responsabilità le competenze e le risorse finanziarie che ci sono attribuite in virtù della nostra specialità. E in questi anni, in una fase di estrema difficoltà, lo abbiamo dimostrato riducendo il debito regionale, continuando a mantenere una Sanità di eccellenza con i conti a posto, tagliando i costi della politica e della burocrazia, investendo nelle grandi infrastrutture al servizio del Paese.

    Noi friulani, in fondo, siamo fatti così. Non accusiamo gli altri delle nostre difficoltà, non creiamo ogni volta un comodo capro espiatorio, non mobilitiamo la retorica del tutto va male per guadagnare qualche facile consenso. Ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo. Fatti e non parole.

    *

I commenti sono chiusi.