Friuli: fondi d’investimento russi in corsa per Stroili oro

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di Domenico Pecile

E’ prossima al traguardo l’asta per l’acquisizione, da parte dei fondi d’investimento proprietari, di Stroili Oro, la maggiore catena italiana di gioiellerie, che conta 370 negozi e che ha la sua sede principale e “madre” ad Amaro. Sono sei le offerte più importanti. Tra queste il fondo Clessidra, particolarmente interessato al settore visto che ha già acquisito Buccellati, ma, soprattutto, Vtb capital, private equity e braccio di Vtb group considerato uno tra i maggiori conglomerati finanziari russi, controllato al 60 per cento direttamente dal Cremlino. Il colosso moscovita è guidato da Tim Demchenko. Ieri pomeriggio, l’azienda di Amaro si è premurata di comunicare che «non vi è nessun commento né da parte dell’aziendam né da parte di Investindustrial, suo azionista di riferimento». Stando a quanto riportato dalla stampa di settore, l’obiettivo dei russi sarebbe quello di fare “copia e incolla” della formula vincente di Stroili, vale a dire gioielli per tutti i tipi di acquirenti e per tutte le tasche. Ora tutto è nelle mani di Investindustrial, il fondo di Andrea Bonomi e L-Capital che di Stroili sono gli azionisti di maggior peso, rispettivamente con il 31 e il 20%, nell’ambito di un gruppo più vasto di investitori dove figurano anche Intesa Sanpaolo con il 12%, Wise e 21 investimenti di Alessandro Benetton con il 9% a testa, Ergon, con il 7% e con un piccolo cip anche Francesco Micheli e i De Nora. Da azienda familiare la Stroili Oro Group di Amaro s’è trasformata in una realtà che conta oggi in Italia – come detto – 370 gioiellerie e cresce anche a livello internazionale: dopo l’inaugurazione della sede di Shangai, il gruppo friulano prevede l’apertura di nuovi negozi in altre importanti città cinesi. In Friuli dà lavoro a 250 persone, la maggior parte donne e giovani, 160 dei quali operano nella zona industriale di Amaro: a livello complessivo gli addetti sono 1.800 e producono 210 milioni di ricavi. Il gruppo è sorto nel 2006 dalla fusione di Stroili oro, azienda leader nella gioielleria italiana specializzata nel retail diretto, e Franco Gioielli, la seconda realtà più importante del settore sul mercato nazionale. Secondo indiscrezioni, dalla vendita gli azionisti contano di spuntare un valore pari a 9 volte il margine, ovvero circa 270 milioni di euro comprendendo il debito che si è accumulato.