Friuli: il gelicidio ha messo ko 80 chilometri di sentieri

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di Luciano Santin.

 Sciolte le nevi, tornata la bella stagione, le conseguenze che l’impressionante gelicidio di febbraio ha causato alla rete sentieristica sono emerse in tutta la loro problematicità. Ottanta chilometri di tracciati Cai intransitabili, lungo la fascia confinaria tra Italia e Slovenia, in particolare nelle valli del Natisone. E cioè nelle zone interessate al turismo della memoria della Grande guerra, a partire da Caporetto, e quelle dove passa l’Alpe Adria Trail, il grande itinerario europeo che dal Grossglockner scende al mare di Trieste. «Abbiamo lavorato duro, ma preliminarmente ci siamo dovuti preoccupare dei pericoli, segnalando con cartelli l’intransitabilità di tanti tratti», spiega Danilo Bettin, responsabile della Commissione giulio carnica sentieri del Club Alpino. «Allo stato delle cose, e con le forze di cui disponiamo, ci vorranno non meno di due anni per rimettere in sesto la zona interessata dal disastro». Il Cai, con opera volontaristica, si occupa della manutenzione dei sentieri, ed ha avuto l’incarico anche per l’Alpe Adria Trail. Ma l’eccezionalità del gelo dello scorso inverno sta creando dei problemi pesanti. «In Slovenia è stato proclamata l’emergenza, e il governo ha assegnato degli appalti ai privati per ripulire i boschi dagli alberi pericolanti. Qui le richieste di un sostegno dalla protezione civile sono cadute nel vuoto», dice ancora Bettin. A marzo, quando era già chiaro che la primavera avrebbe svelato una situazione mai affrontata in precedenza, era stata contattata la Comunità del Torre Natisone e Collio: «Abbiamo chiesto al commissario Sandro Rocco di interessare i sindaci, perché, nei limiti delle loro possibilità offrissero la cooperazione degli uomini della protezione civile. Non c’è stata risposta». Non ha sortito effetti concreti anche il coinvolgimento di Turismo Fvg: «Ci siamo incontrati con il direttore amministrativo Michele Bregant, per quanto attiene al problema dell’Alpe Adria trail. Questi ha effettivamente provveduto a convocare i sindaci dei comuni frontalieri, ma a presentarsi sono stati solo in quattro su una dozzina: Tarvisio, Malborghetto-Valbruna, Cividale e Drenchia», prosegue il presidente della Commissione sentieri. «In compenso alcune amministrazioni ci hanno intimato di non mettere in sito le indicazioni del percorso europeo – targhette di 10 centimetri per dieci – senza il loro permesso. Abbiamo inoltrato la richiesta prescritta, e anche qui, non ci sono state risposte, eccezion fatta per Cividale». «Se si vuol fare promozione turistica, come annunciato», conclude Bettin. «Credo che preliminarmente sia necessario mettere un po’ in ordine il territorio».