Friuli: Gianfranco Ellero e il sogno di Udine capitale

Udine ha finalmente una sua storia aggiornata, frutto dell’attenzione che la Biblioteca dell’Immagine sta prestando nella costruzione di una mappa completa delle città e dei paesi del Friuli, narrati a uno a uno, in una collana accattivante e di facile consultazione. L’ha scritta il professor Gianfranco Ellero, che ha attinto anche ai suoi ricordi di ragazzo per disegnare un capoluogo con la suggestione dei bei sogni d’un tempo uniti a un’indagine anche fotografica molto accurata dei fatti e degli eventi che hanno caratterizzato Udine. Il libro sarà presentato il 9 marzo a palazzo Belgrado, alle 17.30, presenti, oltre all’autore, il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz, il presidente della Provincia Pietro Fontanini e il presidente della Fondazione Crup Lionello D’Agostini. Modererà il professor Giuseppe Bergamini. Ma ecco come Ellero descrive, nell’introduzione, il suo rapporto con Udine.

Per noi bambini nati nei villaggi di campagna fra le due guerre, Udine era un luogo di delizie e di misteri, nel quale i genitori o i parenti raramente ci portavano, perché in quegli anni non si viaggiava “per gusto”, cioè per puro divertimento. Udine rimaneva, quindi, nella nostra fantasia infantile, un luogo lontano e meraviglioso, celebrato nei racconti degli adulti, e anche nel loro canto: Oh ce biel, oh ce biel cjiscjèl a Udin… Tutto doveva essere bello e straordinario in quella Città, non solo il castello: anche la celebre “violetta di Udine”, una mammola doppia profumatissima, e la Madonna delle Grazie, che tutto poteva concedere, non soltanto la salute come quella del mio paese! Avevo quattro anni quando mi portarono in visita “alle Grazie”, e indelebile è rimasta la figura della maschera del diavolo,

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