Friuli: i sindacati della scuola in trincea, 358 docenti e Ata in meno in provincia di Udine


di Michela Zanutto

Scuola, si annuncia un'estate di fuoco in vista del nuovo anno. Dopo i tagli al personale Ata, i sindacati promettono la mobilitazione generale. L'appello di Cgil, Cisl e Uil è al mondo della politica e, in particolare, al governatore Tondo perché «intervengano a livello ministeriale scongiurando tagli che getterebbero la scuola nell’emergenza». Il primo appuntamento in calendario è già stato fissato. Giovedì dalle 15.30 alle 17.30, i 4 distaccamenti provinciali della Flc Cgil si ritroveranno davanti alla sede triestina dell'Ufficio scolastico regionale per «difendere la scuola pubblica, un cantiere di civiltà», si legge nel volantino. Al grido di «A noi tolgono il lavoro ai nostri figli la scuola» la Cgil intende denunciare «la condotta illegale del Miur. La scuola aprirà il primo settembre con altri 358 docenti e Ata in meno in provincia di Udine. Vogliamo avere quanto tolto indebitamente alle nostre scuole, vogliamo i nostri 139 collaboratori scolastici, gli insegnanti, gli assistenti amministrativi e tecnici». Il piano presentato nei giorni scorsi dal direttore scolastico regionale Daniela Beltrame ai sindacati, con deroghe speciali per l’infanzia e le primarie (necessarie per assicurare il funzionamento delle scuole), non ha riscosso successo. «Le deroghe che il direttore propone per fare fronte all'emergenza – rimarca Natalino Giacomini, segretario regionale Flc Cgil – avranno l'unico risultato di precarizzare il mondo della scuola perché costringerà i bidelli a staffette fra i vari plessi. Si tratta di evitare le sovrapposizioni orarie fra i collaboratori scolastici, con queste ore spizzicate si pensa di lasciare aperte le scuole. Il contratto nazionale prevede 6 ore consecutive di lavoro, invece in questo modo si costringeranno le persone a fare un’ora al mattino, due al pomeriggio e tre alla sera». Anche Donato Lamorte, segretario regionale Cisl scuola ritiene che «le deroghe non cambieranno granché. Mancheranno totalmente la vigilanza, l’assistenza e soprattutto non ci sarà personale disponibile per far funzionare le scuole a tempo pieno. Certamente mancherà la manutenzione quindi le attrezzature dei laboratori in dotazione alle scuole, acquistate con la fiscalità generale, cadranno nel degrado e non saranno più utilizzate dagli studenti». In sostanza, «l'organico va fatto in base alle esigenze, non con i numeri", rimarca Luigi Pinatto, segretario provinciale Uil scuola. Per questo le tre sigle sindacali chiedono un intervento di Tondo, pena il collasso delle scuole. «Il presidente Tondo, che è il rappresentante della politica in regione, da quanto sono cominciati i tagli non ha mai fatto dichiarazioni in merito. Chiediamo pertanto che si esprima, gli chiediamo di avere coraggio e di rappresentare a livello nazionale le doglianze delle nostre scuole». In questa corrente in piena c'è una voce fuori dal coro, espressa dal sindacato autonomo magistrale Gilda insegnanti: «Le deroghe studiate dal direttor Beltrame – spiegala respopnsabile regionale Giuliana Bagliani – rispondono alle esigenze del mondo della scuola dell'infanzia e delle primarie che si trovavano senza vigilanza e sorveglianza».