Friuli: il giorno nero del ciclismo, arrestato Gianni Biz, squalificato Contador; agg. salta il Giro del Friuli 2012

Il Tas squalifica Contador due anni di stop e niente Tour

E adesso chi glielo dice ai carnici della Val di Gorto che Contador, l’uomo che ha voluto l’anullamento del passaggio sul Crostis dopo tutti gli sforzi fatti, era uno che barava e a cui hanno tolto la vittoria al Tour de France e al Giro d’Italia 2011? In meridione si direbbe “cornuti e mazziati”. Ma non è finita qui, perchè anche il ciclismo regionale oggi prende una sberla in faccia da cui sarà difficile riaversi.

Alberto Contador è stato squalificato per due anni e privato della vittoria del Tour de France 2010. Questa la sentenza del Tas di Losanna sul ricorso presentato da Uci e Wada contro l’assoluzione del corridore spagnolo, positivo al clenbuterolo in occasione del secondo giorno di riposo al Tour de France 2010. Squalificato fino al 6 agosto 2012, Contador non potrà prendere parte alla prossima edizione della Grande Boucle (al via il 30 giugno) e salterà anche le Olimpiadi di Londra. Cancellate anche le vittorie del 2011, tra cui quella del Giro d’Italia chiuso davanti a Scarponi e Nibali.

Il patron del Giro ciclistico del Friuli per professionisti, Gianni Biz, di 69 anni, e’ stato arrestato dai Carabinieri di Pordenone con l’accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione. Biz e’ accusato di aver avviato alla prostituzione alcune ragazze extracomunitarie, mettendole a disposizione di personaggi che potevano favorire le sponsorizzazioni per la sua societa’ ciclistica e altre manifestazioni sportive. Oltre a lui  anche Fabrizio Ros 41 anni, agente della polizia municipale di Caneva è  stato tratto in arresto,  ed entrambi sono stati posti ai domiciliari. Lo si e’ appreso dal collegio difensivo. Nel pomeriggio e’ in programma una riunione del Comitato organizzatore della corsa ciclistica, in programma il primo marzo, per decidere se confermare o meno l’evento.

Secondo gli inquirenti, i due nel periodo compreso tra il 2005 e 2011 avvicinavano ragazze straniere che risiedevano nella zona di Caneva e che, per la loro provenienza, potevano avere problemi con il permesso di soggiorno e con il pretesto di aiutarle a risolvere il problema della loro permanenza in Italia, le avviavano alla prostituzione

 

3 Risposte a “Friuli: il giorno nero del ciclismo, arrestato Gianni Biz, squalificato Contador; agg. salta il Giro del Friuli 2012”

  1. aggiornamento del 07/02/2012

    di Antonio Simeoli dal MV di oggi

    Ora si cerca un garante, una persona in grado di prendere in quattro e quattr’otto l’eredità (scomoda) di Gianni Biz e garantire non solo il futuro immediato del Giro del Friuli, ma anche quello a lungo termine. Dopo la bufera che ha improvvisamente squassato ieri una delle corse più rappresentative del panorama italiano di ciclismo, ieri sera a casa dell’assessore regionale allo sport, Elio De Anna si è ritrovato un ristretto pool di persone accorse al capezzale della corsa agonizzante. Sì, perchè il Giro del Friuli professionisti del prossimo 1 marzo è fortemente a rischio. Nel 2009 la corsa era stata salvata proprio dall’intervento del patron Gianni Biz, che ora da salvatore della storica gara indossa gli scomodi panni di affossatore. Il vertice organizzato in fretta e furia da De Anna ha visto, tra gli altri, la partecipazione dell’addetto stampa della corsa, Antonio Liberti, e del patron delle tappe friulane del Giro d’Italia Enzo Cainero. La discussione si è protratta fino a tarda sera. C’è da risolvere un rebus. Peggio, il Giro è a un bivio: chiudere i battenti e dare addio forse per sempre all’affollato e prestigioso calenedario internazionale, nel quale la corsa era entrata a fatica (e in un periodo non felice della stagione) nel 2009 o proseguire e rilanciare la competizione grazie a un personaggio forte capace di prendere in corsa il treno del Giro e rilanciarlo anche per i prossimi anni. Il nome? «Non sarà quello di Cainero» ci ha detto ieri sera lo stesso manager. «Sono un amico del Giro del Friuli, ma preferisco impegnarmi per riportare in Friuli la corsa rosa, ho dato una mano agli organizzatori ma la vicenda giudiziaria esplosa all’improvviso mi ha letteralmente sorpreso e sconvolto». Quindi? A meno di improbabili marce indietro di Cainero il nome forte dovrà uscire allo scoperto entro oggi. Altrimenti si chiuderà. La corsa costa duecentomila euro, centomila dei quali (forse con metodi da…codice penale, ma dovranno essere i giudici ora a stabilirlo s’intende) Biz li aveva trovati tra i privati. Ma centomila dovevano arrivare dagli sponsor pubblici. Ora Regione (45 mila euro) Provincia o i Comuni di Fontanafredda o Gemona, sedi di partenza e arrivo della corsa, vogliono garanzie. E il tempo è tiranno.

  2. Aggiornamento del 07/02/2012

    La 34a edizione del Giro del Friuli Venezia Giulia per professionisti in programma il 1 marzo non si correra’. L’Asd Gs Caneva e il comitato organizzatore della gara internazionale lo hanno deciso nella tarda serata di ieri in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il patron della manifestazione, Gianni Biz.

    Gli organizzatori non escludono che la gara possa riprendere il prossimo anno.

  3. Aggiornamento del 08/02/2012

    di Antonio Simeoli
    Fine della corsa. Il Giro del Friuli 2012, che il primo marzo avrebbe dovuto tagliare in due la regione da Fontanafredda a Gemona, non si farà. La bufera che lunedì si è abbattuta sul patron della corsa, Gianni Biz, accusato del reato di concorso in induzione e sfruttamento della prostituzione per aver organizzato festini a luci rosse agli sponsor della corsa, è stata fatale a una competizione, che proprio il 69enne ora agli arresti domiciliari quattro anni fa aveva fatto rinascere dalle ceneri. Il comunicato Quattro stagioni dopo, invece, la fine. A comunicarlo sono stati ieri mattina il Gs Caneva, il gruppo sportivo creato da Biz e ora diretto dal figlio Michele, e il comitato organizzatore. «La decisione di non dare vita alla prova è scaturita al termine di un’approfondita disamina dalla quale è stata evidenziata l’opportunità di procedere a una sospensione dell’edizione 2012, riservandosi però nei prossimi mesi di esaminare le prospettive di una ripresa della gara già a partire dal prossimo anno». Poche righe, con un finale che non chiude definitivamente le porte a un ritorno nel 2013 della competizione, ma che evidenzia come il comitato organizzatore non abbia avuto altra scelta. Strada obbligata Il colpo infatti è stato duro, perchè Biz non è solo l’anima del Giro del Friuli, ma è da sempre l’anello di collegamento tra la competizione, i corridori, le squadre e i finanziatori dell’evento, quegli sponsor privati e pubblici che ogni anno (anche se sempre più a fatica) da quattro stagioni stavano consentendo all’unica corsa professionistica della regione di tirare avanti. Finito Biz nella bufera (e che bufera) gli altri componenti del comitato organizzatore, le persone da sempre vicine alla corsa, hanno alzato bandiera bianca perchè nessuno ha voluto prendersi la responsabilità di fare da garante ad una manifestazione sulla quel nelle ultime ore si sono addensate nubi nerissime. Fuga degli sponsor I partner del Giro, quelli non lambiti dall’inchiesta, infatti, stavano per tagliare la corda. Di più, dopo l’esplosione della “bomba Biz” qualche anzienda si è già fatta avanti minacciando di chiedere i danni di immagine agli organizzatori. Ovviamente poi l’assegnazione dei centomila euro di soldi pubblici garantiti a Biz (45 mila euro dalla Regione, gli altri da Provincia e Comuni di Fontanafredda e Gemona, sedi di arrivo e partenza della corsa) sarebbe stata confermata solo in presenza di un personaggio “forte”, capace di ripulire l’immagine della corsa. Impossibile a tre settimane dal via. Il vertice Ecco che lunedì a casa dell’assessore regionale Elio De Anna si cono ritrovati Enzo Cainero, il patron delle tappe friulane del Giro, l’addetto stampa Antonio Liberti e Michele Biz, figlio di Gianni. Sarebbe servito un miracolo, che i convenuti (dichiaratisi «esterefatti, increduli e amareggiati per quanto accaduto a quello che da tempo è un amico») hanno chiamato meglio “Buon Pastore”. Ma il miracolo non è arrivato. Troppo rischioso continuare sotto la bufera. Meglio attendere. Quanto? Difficile dirlo. L’inchiesta ha rovinato un’immagine che la corsa friulana a fatica si stava ricostruendo dopo la cancellazione di metà decennio scorso. Tra tre-quattro mesi ci si ritroverà attorno a un tavolo per cercare di far ripartire tutto. Ma sarà maledettamente difficile.

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