Friuli: il Governo impugna la legge sulla elezione delle autonomie locali in Fvg, autonomia a rischio?

Il Governo ha deciso di impugnare la legge regionale del Friuli Venezia Giulia che prevedeva la non applicazione delle misure per le province previste dal decreto ‘Salva Italia’. Quindi il Consiglio dei ministri ha deciso di portare al giudizio della Corte costituzionale la legge con cui il Consiglio regionale del FVG  a inizio marzo avevadeciso di non trasformare le Province in enti di secondo grado, quindi non più a elezione diretta dei cittadini.

Il governo sembra commissariare la Regione, riconosce la potestà primaria del Fvg, ma vi pone un freno stabilendo che la Regione eccede dalle proprie competenze perché in contrasto con l’obiettivo dello Stato: il risanamento della finanza pubblica. Un obbligo per il governo di tutte le Regioni, anche delle speciali. Una scelta che mette in discussione la potestà primaria del Fvg come Regione a statuto speciale, di legiferare in materia di enti locali.

Tecnicamente stiamo parlando della legge Regione Friuli Venezia Giulia numero 3 del 9 marzo 2012 recante «Norme urgenti in materia di autonomie locali» che  disciplina le modalità di elezione, formazione e composizione degli organi di governo dei comuni e delle province; e questo  in maniera difforme rispetto alle disposizioni introdotte dal Governo con il decreto legge 201/2011 (convertito con modificazioni nella legge 214/2011).

2 Risposte a “Friuli: il Governo impugna la legge sulla elezione delle autonomie locali in Fvg, autonomia a rischio?”

  1. aggiornamento del 03/05/2012

    Il governo boccia il Consiglio regionale. E politicamente fa un favore al Fvg, per la tenuta dell’alleanza Pdl-Lega-Udc. Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la leggina con cui l’assemblea regionale aveva salvato le Province respingendo il decreto “Salva-Italia” sulla modifica degli enti intermedi. Un decreto contro il quale, per altro, la Regione aveva già presentato ricorso. Il braccio di ferro tra Roma e Fvg, insomma, si fa sempre più pesante. A inizio marzo il Consiglio ha deciso di non trasformare le Province in enti di secondo grado, cioè non più a elezione diretta dei cittadini. Una scelta che risiede nella potestà primaria del Fvg – Regione a statuto speciale – di legiferare in materia di enti locali. Ma che è anche politica perché il presidente della Provincia di Udine è il segretario Fvg della Lega, Pietro Fontanini, e Tondo governa anche con il suo sostegno. Così il Consiglio ha stabilito di non applicare il “Salva-Italia” e di lavorare invece a una legge regionale di riforma delle autonomie locali, allo studio dell’assessore Andrea Garlatti. Ma il governo non ci sta. Riconosce la potestà primaria del Fvg, ma vi pone un freno, perché tutte le Regioni, speciali comprese – sostiene il governo–, devono partecipare al risanamento della finanza pubblica. E ora fare la riforma sarà impossibile perché i ricorsi congelano tutto e la fine della legislatura è troppo vicina. Attacca il governo Fontanini che vuole una grande Provincia del Friuli con Udine, Pordenone e Gorizia – e la città metropolitana di Trieste –, ma a elezione diretta dei cittadini. E sa il leghista che ora nulla cambierà. «La volontà di Monti è schiacciare non solo l’autonomia degli enti locali – afferma Fontanini –, ma anche inficiare le competenze esclusive del Fvg». Rincara la dose il capogruppo del Pdl in Consiglio, Daniele Galasso. «È un’impugnativa temeraria e fatta in spregio a ogni principio costituzionale. Resisteremo e – spiega Galasso – non possiamo non vincere, perché altrimenti tutto lo statuto di autonomia del Fvg diventerebbe carta straccia. E al Fvg non resterebbe che consegnare al governo anche le responsabilità del finanziamento degli enti locali e della sanità. Mi sorge il sospetto, invece, che tutte queste impugnative rappresentino un contenzioso voluto per poter cambiare la Costituzione sulle specialità regionali». Idv chiede alla Regione di non resistere e di cancellare le Province, mentre il Pd contrattacca. «La giunta Tondo ha cominciato a mettere a rischio l’autonomia regionale sia subendo il ricatto delle leggi leghiste, sia – dice la segretaria Fvg del Pd Debora Serracchiani – rinunciando a esercitare la specialità. Perché anziché fare prima, di più e meglio ha usato le competenze primarie come scudo per salvare il patto di potere fra Pdl e Lega». Infierisce il capogruppo del Pd in Consiglio, Gianfranco Moretton. «È l’ennesimo ricorso e accade perché la giunta non ha alcun rapporto con il governo, se lo avesse farebbe prevenzione invece di curare un male divenuto incurabile. Una legge per delimitare le Province c’è, la facemmo noi nel 2006 – chiude Moretton –, basta applicarla con un confronto serrato con le autonomie locali».

  2. Aggiornamento del 03/05/2012

    Il Friuli-Venezia Giulia è pronto a resistere contro l’impugnazione da parte del Governo della legge regionale contro il decreto Salva Italia che trasforma le Province in un ente non elettivo con solo 10 consiglieri nominati dai Comuni. Lo ha dichiarato a «Radio Spazio 103» l’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Garlatti.

    “Chiediamo che la Corte Costituzionale faccia chiarezza, una volta per tutte, sulla nostra specialità”, afferma Garlatti. Ciò non significa che la a Regione non voglia contribuire alla riduzione delle spese, continua Garlatti, «ma il “come” lasciatelo scegliere a noi».

    L’assessore regionale è prudente riguardo la possibilità di svolgere le elezioni provinciali in programma nel 2013 e critica la tendenza del governo Monti ad ingerire non sugli obiettivi ma sui metodi per la riduzione della spesa pubblica.

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