FRiuli: il Vocabolari furlan, gratis per tutti


di MICHELE MELONI TESSITORI

Offrire gli strumenti per una scelta consapevole e per contribuire a mantenere viva e a rinnovare la marilenghe, che è pur sempre la lingua madre. Forti del 64 per cento di sí all’apprendimento del friulano a scuola emerso da un recente questionario, Provincia di Udine e Società Filologica friulana hanno dato alle stampe e presentato ieri a palazzo Belgrado un Vocabolari furlan pensato soprattutto per favorire la divulgazione della lingua. «Un’opera aperta – ha tenuto a sottolineare il curatore, Federico Vicario – che vorrebbe facilitare l’utilizzo del friulano nelle scuole e nei luoghi pubblici». Con un’attenzione alle istanze dei giovani, cui si chiederà un contributo attivo basato su segnalazioni e suggerimenti circa i neologismi e la scelta delle locuzioni piú in uso: l’obiettivo è, infatti, quello di rinnovare e di rinfrescare la lingua preparandola a fare il salto nella rete dei server, delle mail, degli sms.<br />
Collaborazione attiva. «Smettiamola con l’atteggiamento di ostilità di fronte a un nuovo vocabolario», ha preavvertito il presidente della Filologica, Lorenzo Pelizzo. Il testo «chiede collaborazione attiva: se merita osservazioni, sarà bene che se ne facciano, ma in uno spirito fattivo».
«Un lavoro cosí mancava» ha detto ancora Vicario addentrandosi nel contenuto della pubblicazione che sarà distribuita gratuitamente nelle scuole, nelle biblioteche e a chi ne farà espressa richiesta. «Un vocabolario, cioè, che presenti le locuzioni dei modi di dire, non solo per il gusto di misurarsi con le difficoltà, per marcare l’autonomia espressiva e istituzionale della lingua parlata, ma anche per dare risposte a quanti utilizzano il friulano dal punto di vista amministrativo, del lavoro. Il nostro auspicio è che la marilenghe possa essere adoperata in qualsiasi ambito della comunicazione moderna».
Il Vocabolari consta di 6 mila 500 voci, di 12 mila se si conteggiano anche le locuzioni e le forme idiomatiche: «È un’opera non finita – ha tenuto a ribadire Vicario – nel senso che nulla di quanto contiene è imposto, bensí solo proposto, con possibilità di correzioni e modifiche cui sono chiamati a contribuire tutti». In prospettiva il Vocabolari potrà arricchirsi di terminologie informatiche e di altre parole sulla base delle segnalazioni della scuola e di quanti, parlando il friulano, «ci consiglieranno di inserire ciò che mantiene la lingua viva».
«In una società globalizzata la riscoperta dell’identità è un’esigenza che ormai avvertono in tanti, ma quella per il friulano è una spinta prorompente che cresce in pari misura alla globalizzazione», ha affermato il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, che è tra gli artefici del Vocabolari. Di qui l’utilità dell’opera «che sarà a disposizione di quanti la richiederanno». Il presidente ha rinnovato l’invito a Filologica e Arlef a fare sistema per contribuire al potenziamento della divulgazione e si è anche spinto a prefigurare, in questo lavoro di riaffermazione della marilenghe, un tassello importante nell’opera imminente di costruzione «del nuovo Stato in senso federalista nel quale ogni Regione avrà un margine maggiore di autonomia, ancor piú la nostra anche per il riconoscimento delle minoranze».
Fontanini ha però detto di piú, ha preannunciato l’avvio del confronto sulla legge quadro del federalismo fiscale: «Il Governo ha pronti i decreti legislativi, da gennaio si aprirà il tavolo di confronto con gli enti locali». La Provincia di Udine conta di fare da apripista: «Ma l’interlocutore – ha ancora osservato Fontanini – è piú Trieste che Roma. Sarà necessario accelerare il trasferimento delle competenze e delle funzioni».
Aquileia e la croce. Infine, e non a caso, ieri si è parlato della vicenda all’ordine del giorno riguardante il crocifisso ad Aquileia: «Vorrei tanto dire “Signore perdonali, non sanno quello che fanno”», ha commentato il presidente riferendosi alla decisione del Comune della Bassa che ha respinto una mozione che mirava a contrastare il recente pronunciamento dell’Ue. «Mi sarei aspettato – ha commentato Fontanini – che Aquileia cogliesse questa occasione per sfoderare la sua particolarissima e unica croce, un simbolo tra i piú antichi e peculiari d’Europa».