Friuli: impennata di morti per il caldo anomalo, 39 in cinque giorni


di Luana de Francisco

 
C’è chi, in questi giorni di caldo esagerato, boccheggia dalla mattina alla sera. E chi, nel silenzio di una stanza d’ospedale o delle mura domestiche, cessa semplicemente di vivere. Persone per lo più anziane e con patologie pregresse, che le rendono più esposte ai rischi rappresentati dall’anomala impennata delle temperature e dall’ondata di umidità in corso anche a Udine. La conferma arriva dall’Ufficio denunce di morte della sezione Stato civile del Comune, a sua volta investito da un improvviso aumento di avvisi di decesso. Dati alla mano, da sabato a mercoledì i casi segnalati sono stati 39. Il picco si è toccato sabato e domenica, con 9 decessi registrati nel corso di ciascuna giornata. Di poco più basso il trend dei due giorni successivi: 8 casi tanto lunedì, quanto martedì. Poi, mercoledì, una tregua, con “soli” 5 avvisi  di morte. Un bilancio decisamente più alto, rispetto agli standard udinesi. Stando alle stime degli addetti dell’Ufficio comunale, la media degli atti quotidianamente compilati si aggira attorno a quota 5. Evidente, sempre a sentire gli addetti ai lavori, l’esistenza di un nesso causale con la botta di caldo torrido di questa terza decade di agosto. Anche perchè, fatta eccezione per i casi di morte violenta seguita a incidente stradale, si tratta di decessi di ultrasettantenni, avvenuti in netta prevalenza in ospedale – 14 le segnalazioni pervenute nel week-end e altrettante nei primi due giorni della settimana – e per la restante parte in case di riposo, al Policlinico o in abitazione privata. Persone, in altre parole, affette da patologie respiratorie e cardiovascolari, aggravate dall’afa e dalla disidratazione. Intanto, anche quella di ieri è stata una giornata di corse e super-lavoro per gli operatori del 118, impegnati a rispondere alle numerose richieste di soccorso di persone colte da malore in casa o nelle strutture di ricovero pubblico e privato e, non meno di frequente, in strada o in altri luoghi pubblici, chiese e negozi compresi. Il caso più drammatico resta quello di Silvio Maso, il 72enne udinese colpito da arresto cardiocircolatorio mentre – stando a una prima ricostruzione dei fatti da parte dei carabinieri -, in sella a una bicicletta, martedì sera percorreva via Piemonte. Raggiunto, un paio di minuti dopo la chiamata di un passante, dal personale infermieristico del 118, l’uomo era stato sottoposto a una lunga ma vana manovra di rianimazione. Caricato in ambulanza, infatti, il suo cuore aveva cessato di battere non appena giunto in Pronto soccorso. Sul caso, la Procura ha disposto accertamenti, per chiarire se all’origine della caduta in terra vi sia effettivamente stato il malore, o se l’anziano non sia stato piuttosto urtato da un’auto-pirata
A soffrire per il gran caldo, in questi giorni roventi, sono anche i due nigeriani che, da mesi ormai, dormono nel corridoio della stazione ferroviaria. Josephine e Benedetto, questi i loro nomi, vivono là, perché non hanno un altro posto dove andare. Durante il giorno, vagano per la città e, per sfamarsi e lavarsi, si rivolgono al Centro di solidarietà di viale Ledra. Ma di loro si stanno occupando anche la Polfer, i servizi sociali del Comune, diversi enti caritatevoli e la comunità nigeriana. La soluzione, però, pare ancora lontana.