Friuli: innovazione, nuova area al Parco tecnologico, nasce una rete regionale

di Michela Zanutto.

Il Parco tecnologico Luigi Danieli tiene a battesimo la politica dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia. A chiedere a gran voce un intervento è stata la presidente di Friuli Innovazione, Cristiana Compagno, ieri in occasione del taglio del nastro della nuova area nel complesso inserito nella Ziu. A rispondere, a distanza di pochi minuti, è il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. «Dobbiamo tornare a pensare – ha detto – e creare una rete regionale che favorisca le relazioni tra consorzi e parchi scientifici, dando vita a un coordinamento e a una politica attiva in grado di invogliare le imprese a innovare». Insomma, un patto fra donne per il rilancio dell’economia regionale. Ieri in via Linussio c’era l’atmosfera dei grandi eventi. Perché si coronava un lavoro durato 500 giorni e costato circa 8 milioni di euro. Due nuovi edifici e un’intera ala. In tutto 3700 metri quadrati che portano così la superficie complessiva a 6400 metri quadrati, destinati a ospitare imprese innovative e laboratori di ricerca su un’area che complessivamente si estende per 80 mila metri quadrati. Ventotto le imprese già create dall’incubatore Techno seed e dieci i gruppi di lavoro impegnati su altrettante start up pronte a decollare. Ecco i numeri dell’economia che verrà. Per concretizzare idee e impegno però «serve una politica regionale capace di intersecarsi con la politica industriale – ha aggiunto Compagno –, una politica dell’innovazione integrata con quella dello sviluppo industriale». Ma in tempo di crisi economica non si può pensare d’agire in solitudine, è importante fare sistema. «Tra il 2007 e il 2013 il Friuli Venezia Giulia ha presentato 1932 progetti per l’accesso ai fondi europei. Troppi – ha sentenziato Serracchiani –. Questo significa sprecare energie preziose. Dobbiamo invece creare una rete fra i parchi tecnologici, le aree di ricerca e individuare processi congiunti per l’accesso ai finanziamenti. Serve un coordinamento delle relazioni, un progetto che stiamo già impostando. Durante questi primi mesi di presidenza ho visitato molte aziende e chi resiste bene alla crisi lo fa per due ordini di ragioni: ha una linea di esportazioni o ha innovato. E innovare non significa per forza impegnare capitali, a volte è sufficiente un nuovo software per la gestione dei clienti». In attesa della politica dell’innovazione, il Parco scientifico tecnologico può contare sull’azzeramento dell’Imu. A prometterlo è stato l’assessore comunale, Gabriele Giacomini: «Insieme al sindaco Honsell abbiamo preso l’impegno come Comune di azzerare l’imposta municipale unica per l’intera area di Friuli Innovazione, perché questa è una scuola d’impresa». Anche il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, ha garantito appoggio aggiungendo «che il Friuli ha il diritto ad avere un piccolo centro di innovazione. Certo – ha aggiunto – Trieste è più avanti rispetto a noi perché ha pure un altro gettito di finanziamenti, ma quella udinese è una realtà da difendere». Infine, il presidente della Camera di commercio Giovanni Da Pozzo ha sottolineato l’intuizione del suo predecessore Adalberto Valduga, «che fu tra i promotori di questa realtà», mentre la vicepresidente di Confindustria Udine, Alessandra Sangoi, ha puntato l’attenzione sul mondo delle aziende e il presidente della Fondazione Crup, Lionello D’Agostini, ha elogiato «una sinergia con cultura, ricerca e imprenditoria pensata 15 anni fa e che ora mostra i suoi frutti migliori».