Friuli: l’infermiere di comunità, un servizio che funziona

di Mara Pellizzari, Marta Pordenon, Daniela Anastasia, i capisala e tutti gli infermieri di comunità
L’infermiere di comunità nell’ambito dell’Ass numero 5 “Bassa Friulana” è una realtà dal 2000. Il progetto “Infermiere di Comunità” (Ic) consiste nell’attivazione di un servizio di assistenza infermieristica decentrato che può rispondere a uno o più comuni aventi circa 3.000-4.500 abitanti, attraverso la disponibilità di un infermiere dedicato che è fisicamente presente in quel territorio anche attraverso l’attivazione di un ambulatorio infermieristico. È un professionista che fa parte integrante della comunità, ne conosce i bisogni, le risorse e le potenzialità sommerse e collabora attivamente con tutti i professionisti che insistono sul territorio: medici, assistenti sociali, fisioterapisti. Garantisce, inoltre, una presenza continuativa nel proprio ambito di riferimento. Prima dell’avvio del progetto, nella Bassa Friulana l’organizzazione dell’assistenza infermieristica era garantita da due équipe, una per ogni distretto, con sede operativa nel distretto medesimo. Per erogare il servizio, l’infermiere doveva muoversi dalla sede centrale per recarsi a domicilio dei pazienti. Con la nuova modalità assistenziale, l’Ic è costantemente presente nei Comuni a cui è assegnato per 6 ore al giorno per 6 giorni la settimana e opera sia in ambulatorio sia a domicilio. Le restanti 6 ore di copertura del servizio sono garantite dall’equipe infermieristica centrale di distretto. I destinatari del servizio Ic sono prevalentemente gli anziani, gli oncologici, i malati cronici, ma oramai si può ritenere che il servizio sia estensibile a tutti i cittadini della comunità di tutte le età. Tra l’altro, l’Ic svolge attività trasversali di promozione dell’integrazione con l’obiettivo di favorire proprio l’intreccio tra i vari operatori sanitari e sociali e le possibili risorse formali e informali presenti sul territorio, ovvero il vicinato, le associazioni di volontariato, la parrocchia, i gruppi amicali, utili a risolvere problematiche inerenti i bisogni di salute. Tutto ciò è svolto attraverso il lavoro di rete, una modalità operativa nella quale, a partire da un problema concreto come, a esempio, un paziente colpito da ictus che deve rientrare a domicilio, si definiscono le integrazioni necessarie per garantire la continuità dei percorsi, nonché le interrelazioni tra le funzioni dei servizi coinvolti a vantaggio di un miglior trattamento dei problemi di salute della persona o della comunità al fine di garantire una permanenza a domicilio del paziente e dei suoi familiari il più possibile serena e sicura. Per quanto concerne i dati di attività, ecco i risultati più significativi: un sensibile incremento dei volumi di attività in termini sia di numero di pazienti seguiti (+319%) sia di numero di accessi (+194%) nel 2009 rispetto al 2001; un minor numero di interventi medi per paziente (-30%); una capacità di prendersi cura del malato in tempi più brevi rispetto al passato a fronte di una maggiore complessità clinico-assistenziale; un aumento dell’efficienza attraverso la riduzione dei tempi di percorrenza nonché l’uso appropriato dell’ambulatorio infermieristico; un aumento significativo dell’attività educativa e di autoaddestramento dei pazienti e dei familiari e dell’attività di rete nonché delle prestazioni assistenziali (prelievi ematici eccetera); una diminuzione significativa dei ricoveri che si traduce in un tasso di ospedalizzazione tra i più bassi in regione. Da segnalare, inoltre, l’importante risultato ottenuto dal servizio infermieristico domiciliare dell’Ass 5 che evidenzia, da almeno 7 anni, una ben più elevata copertura assistenziale dei residenti con età superiore ai 64 anni rispetto ai Servizi infermieristici domiciliari del Fvg: nel corso del 2009, infatti, tale copertura assistenziale per l’Ass 5 è stata pari al 14,4% verso la media regionale del 10,7%. Per quanto concerne la qualità percepita, gli esiti derivanti dalla somministrazione di un questionario successivamente all’attivazione di ogni nodo di Ic, evidenziano che, la quasi totalità del campione (93%), ritiene che la presenza dell’Ic risponda meglio ai propri bisogni assistenziali rispetto alla precedente modalità di prestare assistenza infermieristica a domicilio. Tra le motivazioni proposte, hanno trovato maggior riscontro il fatto di avere un minor disagio negli spostamenti e la possibilità di instaurare con l’Ic di quel territorio un rapporto di fiducia, una sorta di alleanza terapeutica. A oggi, sono attive 20 stazioni di Ic (pari a 28 Comuni coinvolti) a fronte delle 23 previste (per 31 Comuni afferenti all’Ass 5), con una copertura del 94% dell’intero territorio aziendale. Restano da attivare le sedi centrali dei servizi infermieristici domiciliari a: Cervignano del Friuli, Latisana, San Giorgio di Nogaro. Con il progetto Ic si è voluto sottolineare che l’assistenza non è un prodotto erogabile, ma un bene comune da costruire insieme: paziente, familiari, cittadini, operatori sanitari, sociali, risorse formali e informali presenti nelle comunità. Le riflessioni, le intelligenze, le emozioni, i ragionamenti, le competenze che scaturiscono da tutti questi soggetti generano benessere quando al centro dell’agire quotidiano c’è la persona, i suoi desideri, le sue aspettative , i suoi valori. Affinché la persona mantenga questa centralità, l’Ic assieme a tutti gli altri professionisti, dovrà assicurare le prestazioni assistenziali classiche (prelievi ematici, medicazioni, gestione della nutrizione artificiale eccetera), ma dovrà essere sempre più capace di tessere relazioni tra il paziente, i professionisti che insistono sul territorio e la comunità, relazioni da cui nascono beni emotivi e affettivi, capaci di accogliere e cogliere l’essenza dell’uomo che corrisponde al vivere con scopo, e sostenere l’uomo nella sua essenza è la più potente di tutte le cure.<br />
 

Una risposta a “Friuli: l’infermiere di comunità, un servizio che funziona”

  1. Buon Giorno Aldo e complimenti per l'articolo!
    Vorrei chiederti dove posso trovare la documentazione del progetto: delibere regionali, aziendali, ecc…
    Grazie 🙂 Tullio

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