Friuli: l’asparago non solo è buono, ma fa anche bene

 

di CLAUDIO FABBRO

Splendido laboratorio davvero il Friuli, “piccolo compendio dell’universo” dove passi dai mari ai monti, dai vini ai sapori, sorprendendoti ogni volta per le peculiarità che ogni azienda riserva. Termini quali “campagna amica”, “chilometro zero”, “sapori di territorio” non sono semplici slogan, ma concrete realtà. Così è che, in questi giorni, è possibile per l’agriturista confrontare i sapori del bianco turione marinaro di Fossalon con quelli d’alta pianura di Tavagnacco oppure quelli di terre rosse a Sant’Andrea di Gorizia con quelli di Medea, dove, fra la ghiaia dell’Isonzo e la “ponka” del Collio, c’è un isola che è fotocopia geopedologica del miglior Carso. Dove il turione non è solo buono, ma fa anche bene! Come ben spiega agli agrituristi Andrea Felchero (nella foto) della Fattoria didattica omonima di Medea, piccola Accademia dell’asparago bianco su terra rossa, il bello (e il buono) significa estrarlo – con abile tocco di sgorbia – all’ alba e degustarlo già a pranzo. Sa di burro! Se poi lo abbiniamo con un “tipicamente Friulano” oppure un Sauvignon ecco che il palato conferma tutta la propria gratitudine. Nella nostra regione le asparagiaie sono solitamente presenti in piccole e medie aziende cui questa coltura permette un reddito discreto, specialmente nella vendita diretta. L’asparago (asparagus officinalis) è originario dell’Asia; poi gli Egizi lo diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo. Le prime notizie sugli asparagi si trovano in un documento scritto circa 300 anni prima di Cristo da Teofrasto, filosofo greco. Marco Porzio Catone (234-149 a.C.) ne parla nella sua opera “De agricoltura”. Anche il naturalista latino Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) ne scrive nella sua opera monumentale “Naturalis Historia”. La diffusione dell’asparago come ortaggio si ha nel 1500, in Francia e in Italia (ma a causa della non facile coltivazione, rimase per molto tempo un alimento “di lusso”). Si dovrà attendere l’inizio del 1600 per trovare le prime notizie sulla coltivazione diffusa. La più alta produzione del mondo, pari al 70% dell’intero pianeta si registra in Cina. Durante il periodo medievale, gli asparagi erano raccolti prevalentemente per sfruttarne le capacità medicinali, in particolare quelle depurative e diuretiche; infatti i turioni sono ricchi di fibra, vitamina A, B, B2, C, amminoacidi, carotenoidi, sali minerali, calcio e fosforo, ma nel contempo sono poveri di calorie.