Friuli: le ragioni di una famiglia che sceglie di avere sei figli

di Egidio Marin
portavoce famiglie numerose del Friuli

Recentemente mi è venuto tra le mani un vecchio detto che recita: «Se le parole che stai per scrivere non sono migliori del silenzio, non scriverle»! Nonostante l’argomento mi tocchi da vicino e mi chiami in causa finora ho cercato di rispettare questo saggio consiglio. Ho cambiato però l’idea dopo aver letto il monito lanciato dal presidente della Cei, cardinal Bagnasco, alla presentazione di un libro sulla crescente denatalità in Italia. Riporto testualmente: «In Europa, ma in particolare nel nostro Paese, stiamo andando verso un lento suicidio demografico… il tasso di nascite è uno dei più bassi del mondo e non ha precedenti… se non si cambia tendenza sarà molto difficile saldare questo enorme debito demografico. La nostra cultura fa talvolta vedere i figli come un peso, un costo, una rinuncia, ma i figli sono prima di tutto una risorsa, un bene pubblico oltre che dei propri genitori. Non è con più consumo e meno figli che risistemiamo l’economia, ma facendo il contrario». E’ sotto gli occhi di tutti che in Italia aumentano più i vecchi che i bambini. Io non mi sento qualificato per ricercare le cause di questa drammatica situazione, ma non ci vuole molto per capire che è la conseguenza dei cambiamenti sociali e culturali avvenuti negli ultimi decenni. Viviamo in una società malata, confusa, in profonda crisi morale, spirituale ed esistenziale. E’ dunque in questo contesto storico preoccupante e allarmante che vorrei inserirmi con la mia personale e diretta testimonianza per dire ai giovani d’oggi che capisco le loro difficoltà per mettere su famiglia, per farsi una casa col mutuo o per pagare l’affitto, e principalmente per mettere al mondo figli. Li capisco quando dicono che dal punto di vista economico sposarsi non conviene e la scelta della maternità diventa sempre più un atto legato alle possibilità. Il quadro che si presenta loro davanti non induce certamente all’ottimismo. Li capisco, poi, più di altri per essere stato io stesso protagonista di un’esperienza (che vado subito a presentare). Ma proprio per questo non mi sento di condividere il loro atteggiamento. Mia moglie e io, pur consapevoli della nostra scarsa disponibilità economica abbiamo scelto di avere 6 figli (cosa molto rara nel Friuli post-terremoto) fermamente convinti di aver scelto la cosa più importante, più bella, più gratificante, anche se la più impegnativa. Decisamente fuori moda per il mondo, ma gradita agli occhi di Dio. Per questa scelta non son mancati coloro che ci hanno irrisi e tacciati da irresponsabili. Invece di ottenere ammirazione, il più delle volte siamo stati oggetto di facili battute, umiliazioni di ogni genere. Né io né mia moglie abbiamo da vergognarci per questa scelta: anzi ne siamo orgogliosi. Non sono mancati neppure tanti sacrifici e rinunce, spesso schiacciati dal peso della responsabilità familiare (si era costretti a tirare avanti in otto con un unico stipendio) e ci siamo sentiti abbandonati proprio dalla società che avrebbe dovuto tutelarci. Abbiamo subito l’abbraccio della solitudine e dell’abbandono, ma non ci è mai mancato l’abbraccio di tante fonti di carità… E’ proprio vero che durante questi anni abbiamo assistito impotenti a evidenti discriminazioni della sua provvidenza. Non posso negare che abbiamo assistito impotenti a evidenti discriminazioni delle coppie sposate rispetto alle persone “single”. Lo Stato inoltre non agevola le famiglie numerose e in particolare quelle monoreddito. Il lavoro (non retribuito) che svolgono le mamme–casalinghe, è spesso ignorato e sminuito; per la loro scelta (obbligata) di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia, in Italia non riceveranno mai un centesimo di pensione? Riferendomi al mio presente, gli aiuti dovrebbero essere destinati ai figli piccoli, ma anche a quelli che, seppur maggiorenni, sono senza reddito perché studenti. Particolare riguardo dovrebbero avere le famiglie numerose (Costituzione italiana). Ma tant’è… In quasi tutti i paesi d’Europa da anni si tende ad aiutare e sostenere, in particolare quelle monoreddito; solo in Italia più figli hai e più sacrifici ti tocca fare. L’evidenza di questo status preoccupante che non favorisce l’accesso alla maternità, non deve comunque costituire motivo di scoraggiamento per i giovani. A questi nonostante tutto, mi sento di dire: «Non abbiate paura, fate il grande salto, andate controcorrente, sposatevi regolarmente, fate dei figli, lasciatevi attrarre dal misterioso fascino di una famiglia propria: dopo una certa età potrebbero rimanere solo i rimorsi»! Il Signore che è generoso con tutti, con voi lo sarà ancora di più; lasciatevelo dire da uno che se fosse costretto a tornare indietro, rifarebbe tutto quello che ha già fatto.

Una risposta a “Friuli: le ragioni di una famiglia che sceglie di avere sei figli”

  1. Grazie per le tue parole, profonde e confortanti.
    Sono una mamma di 36 anni, con 5 figli, dai 15 ai 2 anni.
    Mi occupo a tempo pieno della casa e della famiglia da ormai 10 anni. Ho lasciato il mio posto sicuro per dedicarmi alla cosa più importante per una donna: i figli. Certo, non mancano momenti di sconforto e di pessimismo ma davvero credo fortemente di aver fatto la scelta giusta. Mio marito è operatore di comunità, lavora 12 ore al giorno per non far mancare nulla…lo ammiro molto e non smetterò mai di ringraziarlo per la meravigliosa opportunità che mi ha dato: vivere insieme questa vita creando una meravigliosa famiglia. Alessia

I commenti sono chiusi.