Friuli: l’ultimo mandi a Galliano Zof, poete de contadinance

di Monica Del Mondo.

«Al è un timp infinît/che no sai/prime di me./Al è un timp infinît/che no sai/dopo di me./Tal mieç/il gno jessi tal mont,/fi/di un sanc e di une storie,/ma cu la brame/di lâ/oltri il sanc e la storie/par supâ/il timp infinît/ ch’al è stât/prime di me,/ch’al sarà/dopo di me». Scriveva così in “Jessi”, una lirica di “Salmodiis”, una delle sue ultime raccolte, Galliano Zof, racchiudendo nei versi la consapevolezza di essere figlio di una terra, una storia, un luogo e l’anelito, il desiderio di andare oltre, di trascendere. Poeta e cantore della “contadinance” e del mondo rurale friulano, con i suoi valori e le sue sfumature, Galliano si è spento scomparso giovedì sera all’ospedale di Jalmicco, dov’era ricoverato da qualche giorno. Insegnante di materie letterarie prima e preside poi, Zof ha lasciato una traccia profonda nel panorama poetico e culturale friulano. Nato nel 1933, a Santa Maria, primo di quattro fratelli, aveva conseguito due lauree, in letteratura e in filosofia, approfondendo poi gli studi di psicologia e di grafologia applicata al comportamento. Aveva insegnato alle medie di Castions, Gonars e Palmanova, per diventare poi preside a Gonars, Manzano e San Giovanni fino alla quiescenza, nel 1997. Ma è soprattutto per l’amore verso cultura, storia e letteratura friulane che viene ricordato, un amore che lo ha portato a comporre numerose poesie, pubblicate in diverse raccolte. Inizia a scrivere negli anni ’60 e i suoi versi compaiono nel 1967 in una raccolta antologica promossa dal gruppo letterario “La Cjarande”, di cui è stato fondatore assieme a Mario Argante e a Domenico Zannier. «Dopo un esordio legato soprattutto ai toni lirici, al mondo degli affetti, alla memoria – ricorda il professor Odorico Serena -, negli anni ’70 il registro di Zof cambia e i suoi versi sono pervasi da un forte senso di giustizia sociale che egli avverte sia venuta a mancare alle genti dei borghi contadini, esposti a sopraffazioni e emarginazioni». Zof diventa quindi il cantore della “contadinanza”, dei poveri, degli ultimi. Lo testimoniano opere come “Lidrîs di tuessin”, “Pan cence levan”, “Contadinance”, “De bande dai siôrs”, la racconta “Flôrs”. E ancora “Spire e muse”, “Timp cente timp”, fino a “Salmodiis” del 2002 e a “Cjant forest” del 2003. Zof è anche autore del dramma teatrale “Lune in cercli”, vincitore di uno edi numerosi premi letterari della sua carriera. Tra i soci fondatori dell’Istituto per la valorizzazione della lingua e della cultura friulana Achille Tellini di Manzano, si occupa anche di studi di grammatica e fonologia friulane e pubblica, in collaborazione con altri scrittori, ricerche e studi sulle tradizioni e la cultura friulane. Un poeta, una figura colta, dai mille interessi, ma anche un grande uomo. «Era una persona aperta, leale – ricorda con affetto Serena -, capace di ascoltare gli altri, anche gli umili, quelli apparentemente messi da parte, con i quali s’intratteneva a lungo per capire il mistero dell’uomo. Curioso come sa essere un ricercatore, era una persona profondamente credente. Sapeva offrire agli altri il suo conforto e un’allegria mai sfiorata da nulla che fosse volgare o negativo. I funerali saranno celebrati oggi, alle 16, a Santa Maria.

3 Risposte a “Friuli: l’ultimo mandi a Galliano Zof, poete de contadinance”

  1. Omaggio a Galliano Zof

    L’INFINÎT

    Sempri i ài volût ben al cuòl salvàdi
    e a la siêsa di mons, ca par un biél trat
    da l’ôr ultjm dal séil a niéa la vista.
    E intant ca i stasi sintât a vuardâ, lòucs
    fòur da l’uman, e una pâs fin tal profont
    jò i mi créi tal pinsiéi, an là ca quasi
    al miò còur al si piàrt. E comi c’al vient
    i siènti criciâ tra chistas plantas, chel
    sito e chê pâs infinîs cun chista vòus
    i meti a confront; e in ment l’eternitât,
    e las ‘sudas stagiòns, e chista di vuòi,
    la viva, e al so respîr. Cussì in chista
    infinitât al si arniéa al me pinsâ:
    e piardimi a mi plâs in chistu mâr.

    Traduzione de L’infinito di Leopardi nel dialetto di Forni di Sopra in Friuli

  2. Aggiornamento del 12/08/2012

    di Monica Del Mondo

    In tanti hanno voluto essere presenti ieri, a Santa Maria la Longa, ai funerali di Galliano Zof, poeta e cantore dell’anima friulana, scomparso a 79 anni. In tanti, per testimoniare con parole, versi, ricordi, ma anche semplicemente con il proprio essere lì, a pregare, l’importanza di una persona di cultura, di un poeta, di un insegnante, di un uomo. La bara era avvolta nella bandiera del Friuli, a indicare l’attaccamento di Zof per la sua terra, quel Friuli che gli ha ispirato versi, che ha mosso in lui battaglie civili e culturali, che gli ha regalato identità e valori. Le esequie sono state presiedute da don Domenico Zannier, con il quale Zof ha condiviso la passione per la poesia e le riflessioni sulla fede e sui valori cristiani, e concelebrate dai sacerdoti della sua comunità, nella quale Zof ha lasciato il proprio segno di uomo di cultura, e da Pierluigi Di Piazza, prete vicino a quegli ultimi e oppressi alla cui sofferenza Zof ha dato voce nei suoi versi. Zannier, sacerdote e amico (fondarono insieme La Cjarande), nella sua omelia in friulano ha ricordato la figura di Zof nel suo impegno per la scuola (tanti i colleghi insegnanti e presidi presenti), nella sua passione per la politica a servizio di un ideale (lontana da ogni ricerca di poltrone da occupare), nel suo amore per lo studio e la ricerca, nella sua passione per la vita, nella sua fede schietta. A tributare un omaggio a Galliano anche diversi amministratori locali, non solo di Santa Maria la Longa, fra i quali l’onorevole Ivano Strizzolo e l’assessore provinciale Daniele Macorig. E poi tante bandiere del Friuli. Una accompagnata dalle parole: «Cun te Galiano il Friûl al a piardût un dai grancj oms de so culture». Presenti anche gli stendardi dell’Academie dal Friûl. Molti, al termine, hanno voluto ricordare la figura di Zof, con memorie personali e pubbliche, ricordandone la figura di poeta e di appassionato cantore di un Friuli passato (quello della civiltà contadina) nel quale ricercare le proprie radici per aprirsi al nuovo. Tanti anche gli esponenti del mondo culturale e letterario friulano che non hanno preso la parola, ma che con la loro presenza hanno voluto testimoniare gratitudine per l’impegno di Zof per la sua “Patrie”.

  3. Mandi, Aldo. non ci conosciamo, sono la cugina di Galliano. Ho aperto un blog a suo nome

    123homepage.it/gallianozof

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