Friuli: meteorologia, processioni ed antichi rituali

 

di CRISTINA BURCHERI

«Se l’estate è la buona stagione per eccellenza, non manca, l’assillo dell’andamento meteorologico e di fattori imponderabili». Introduce così il periodo tra le “due Madonne” Andreina Nicoloso Ciceri nelle pagine di Tradizioni popolari in Friuli (Società Filologica Friulana, Chiandetti editore). La studiosa ricorda che il 2 luglio in Val Pesarina si teneva una processione chiamata Madonna da frascja. Era così detta perché i partecipanti raggiungevano nottetempo un maestoso noce e dall’albero strappavano ognuno una fronda che recavano processionalmente – cantando litanie e sostando di fronte ad alcune màine (cappelle di montagna) – fin a guadagnare il nuovo giorno quando questo rito si concludeva con il giro della chiesa . «La frasca così sacralizzata – spiega in una nota Nicoloso Ciceri – era usata a protezione delle folgori e portata anche nelle malghe». Processioni simili per scongiurare la siccità erano praticate in tutto il Friuli di una volta: con o senza sacerdote. Il periodo noto come delle “due Madonne” – esattamente dal 16 luglio al 15 agosto – era costantemente funestato da une rascje di sec, un’ondata di siccità. Sempre dalle pagine di Tradizioni popolari in Friuli si scopre che a Vito d’Asio i pastori, per piegare a proprio favore il tempo atmosferico, processionavano con la croce di san Michele fino alla chiesa della Santissima, nel cimitero di Pinzano. Questo oggetto sacro sembra sia opera di un eremita vissuto nel XIV secolo. A questa croce di grande formato furono aggiunte, via via, diverse reliquie provenienti da celebri santuari. «Vi furono lunghe contese tra Vito d’Asio e Pinzano che se ne attribuiva il possesso – ci informa l’autrice in un’altra nota -, contese non infrequenti quando si tratta di oggetti a cui si attribuiscono poteri particolari. Così, a esempio, quelli di Bordano, quando processionavano per i campi a bramâ la ploja, cantando Signour, mandàit la ploja…; aggiungevano un codicillo: “E vuatris da Poenas – tornàinus la Madona!”». E, quando fortunatamente pioveva a fine luglio, la pioggia era ricordata come la dote di sant’Ane. Considerato che l’agricoltura è una “fabbrica a cielo aperto”, nella quale i fattori climatici influiscono significativamente sulla quantità e qualità dei prodotti, Cirmont ha lanciato il progetto Futurbioerbe da cui traiamo anche una ricetta. Info:http://futurbioerbe.wordpress.com/