Friuli: “Noi, preti da una vita”, ecco come è cambiata la nostra terra


Don Plinio Galasso

di Renato Schinko

Hanno visto i fedeli cambiare, le comunità parrocchiali evolversi. Da un lato hanno riscontrato nuove forme di partecipazione, dall’altro un minor attaccamento alla religione. Ma, in fondo, i problemi delle persone, che anche loro sono chiamati a risolvere, giorno dopo giorno, restano gli stessi. E restano sempre al loro posto, pronti ad ascoltare il prossimo, anche don Silvio Prestento, parroco di Terzo di Tolmezzo, e don Giuseppe Faidutti, parroco di Mortegliano, che ieri mattina, in Duomo, durante le celebrazioni della messa del Crisma, hanno festeggiato, rispettivamente, i 60 e i 50 anni di sacerdozio. Il tempo è passato, ma la loro voglia di dedicare la propria vita a chi è in difficoltà non si è spenta. Anzi, è più viva che mai. L’arcivescovo Mazzocato ha appena concluso la liturgia e ha augurato «buona Pasqua», a tutti i fedeli che hanno affollato la cattedrale. Monsignor Prestento è nella canonica. «Sì – dice – oggi festeggio i 60 anni di sacerdozio, ma resto al mio posto». Dopo aver guidato la parrocchia di Buttrio, e altre ancora, dal 1961 è parroco di Terzo e Lorenzaso. Ama la Carnia, conosce molto bene il suo popolo, e spiega: «I carnici, in tutti questi anni, non sono cambiati. Privatamente sono molto sentimentali, ma credono in Dio». Don Silvio ha qualcosa da dire anche sui giovani: «I ragazzi quando si rivolgono al sacerdote lo vedono come una persona qualunque, non come un uomo di chiesa. Per avvicinarli, bisogna capire cosa vuole il loro cuore, altrimenti si allontano». Per monsignor Faidutti, invece, i giovani fedeli sono molto cambiati: «Una volta – racconta il sacerdote – erano molto più politicizzati. Ho insegnato religione anche nelle scuole superiori, tra le quali il Percoto, e li ho conosciuti bene». Secondo Faidutti, «ora le loro coscienze si sono adagiate, pensano soltanto all’apparire, ai beni di consumo». Ma ora – avverte il sacerdote – «si è aperta una profonda crisi del sistema e questa deve essere un’occasione di rinnovamento. Abbiamo l’opportunità di riscoprire gli antichi e veri valori. Sono stati festeggiati anche altri 18 giubilei sacerdotali. Precisamente: il 75esimo di sacerdozio di monsignor Redento Bello (l’indimenticato prete partigiano “Candido” della Osoppo), 70 anni di sacerdozio di don Gino Del Fabbro e don Angelo Zilli, il 65esimo di sacerdozio di don Riccardo Floreani, don Arturo Del Bianco, monsignor Luigi Peressutti, don Remigio Tosoratti, don Giacinto Marchiol, il 60esimo di sacerdozio di monsignor Pietro Degani, monsignor Luciano Quarino. E ancora il 50esimo di don Plinio Galasso, don Agostino Ferlizza, don Giuseppe Dush, don Giovanni Battista Del Negro, monsignor Mario Qualizza, don Leonardo Pezzetta, don Elio Nicli e il 25° di don Paolo Scapin.

 

articolo dal sito del Messaggero Veneto