Friuli: nuove dipendenze, l’azzardo colpisce più duramente le donne tra i 50 e i 60 anni

Un milione di italiani dilapida i risparmi al bingo e alle slot machine e, tra loro, le donne sono almeno 400 mila. Secondo l’associazione And, Azzardo e Nuove Dipendenze, le donne rappresentano almeno il 40% dei giocatori d’azzardo e la maggior parte delle giocatrici accanite hanno un’età compresa tra i 50 e i 60 anni. In Friuli-Venezia Giulia l’andamento del fenomeno rispecchia i dati nazionali e mette in evidenza che le donne in carico ai servizi sono in numero minore rispetto agli uomini. Si ipotizza in base a questo presupposto che la dipendenza dal gioco d’azzardo delle donne sia sottostimata e di difficile riconoscimento. Le donne fanno più fatica ad arrivare ai servizi, spesso per l’impossibilità di poterne parlare in famiglia. Come per il fumo e l’alcol le donne ci arrivano dopo ma poi ne diventano consumatrici incallite.

Una fotografia della situazione attuale in Friuli Venezia Giulia che riguarda le donne e il gioco d’azzardo è stata presentata oggi a palazzo Belgrado nel corso di un incontro organizzato dalla Provincia di Udine e dal Centro italiano Femminile regionale del Friuli-Venezia Giulia (sezione provinciale di Udine) in collaborazione con il reparto Alcologia e Dipendenze patologiche dell’ Aas 2 della Bassa Friulana-Isontina. A introdurre i lavori l’assessore provinciale alle pari opportunità Elisa Battaglia che aveva già analizzato il problema anche investigando personalmente in alcune centrali del gioco di Udine e confrontandosi con alcuni frequentatori. “Il rischio di queste dipendenze è la distruzione che coinvolge l’individuo ma anche le famiglie. Una distruzione economica poiché vengono dilapidati i risparmi e di conseguenza anche sociali. Le donne – ha ricordato Battaglia – fanno più fatica degli uomini a chiedere aiuto e per questo devono essere applicate misure ancora più efficaci sul fronte sia della sensibilizzazione sia della prevenzione”. L’assessore ha quindi sottolineato la necessità di ridurre i messaggi pubblicitari, di rafforzare le campagne di informazione per consentire ai giocatori dipendenti di approfondire le possibilità di usufruire di cure e benefici. La Provincia è in prima linea nella lotta alle dipendenze ed è disponibile ad appoggiare e collaborare alle iniziative mirate a contrastarle. “Il gioco d’azzardo è un fenomeno in crescente e preoccupante espansione anche tra i giovani: per questo – ha aggiunto Battaglia – si dovrebbero prevedere misure ancora più limitative nella presenza delle macchine da gioco negli esercizi pubblici”. Per quanto riguarda le donne, ad aggravare l’esposizione al gioco d’azzardo, anche il marketing con messaggi studiati proprio per il mondo femminile. Diventa di fondamentale importanza, dunque, giungere alle donne attraverso azioni di prevenzione e cura che tengano conto di queste peculiari caratteristiche.

L’indagine svolta dal Cif e dalla Soc alcologia e dipendenze di Palmanova è un primo tentativo in tale direzione che permette di fotografare la realtà regionale della donna rispetto all’abitudine al gioco d’azzardo e analizzando altri aspetti ad essere correlati. I dettagli di questa esperienza sono stati illustrati da Sandra Nobile (presidente regionale Cif) e dal dottor Sergio Paulon, direttore della Soc Alcologia e Dipendenze patologiche dell’Ass 2 Bassa Friulana – Isontina. Duilia Zanon (assistente sanitario Ass 4) è intervenuta sull’argomento “Epidemiologia e legge regionale”, mentre la psicologa Valentina Vidal dell’Aas 2 ha fornito un inquadramento diagnostico del gioco d’azzardo patologico e insieme alla collega Martina Francescotto ha illustrato l’esperienza e dati raccolti nella ricerca sul campo.