Friuli: oer il wwf quesiti irrisolti sull’inquinamento da metalli pesanti nelle aree militari

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Dopo la denuncia sui gravi impatti provocati dall’avvio delle esercitazioni militari sul Sito di importanza comunitaria del monte Bivera, il WWF Friuli Venezia Giulia torna alla carica contro i poligoni militari che sorgono in aree protette, questa volta per sollevare quesiti irrisolti sull’inquinamento da metalli pesanti che anni di utilizzo da parte delle autorità militari possono aver causato in zone dai delicati equilibri ambientali.

Nei giorni scorsi l’associazione ha infatti inviato una richiesta di accesso agli atti alla Regione e all’ARPA (e per conoscenza alla Prefettura e alla Provincia di Pordenone e a tutti i Comuni interessati) chiedendo di poter ottenere tutti i dati ambientali utilizzati per l’istruttoria del piano della caratterizzazione e del progetto di bonifica ambientale del poligono militare Cellina-Meduna, sito all’interno dei Sic dei Magredi. “Pretendiamo – attacca il presidente dell’associazione Roberto Pizzutti – che tutte le analisi sulla presenza di metalli presenti nel sito vengano rese pubbliche così come i provvedimenti che si intendono adottare per impedire il rischio di contaminazione di falde e terreno. E di fronte a queste richieste – aggiunge Pizzutti -, non può essere opposto il richiamo al segreto militare in quanto il poligono del Dandolo non è certamente qualificabile quale “sito ove vengono immagazzinati i materiali destinati alla difesa nazionale ed alla sicurezza nazionale” sottoposto alle procedure del Dlgs 152/2006. Le informazioni sull’inquinamento del Dandolo, quindi, devono essere rilasciate – come prevede la direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientalea chiunque ne faccia richiesta”.

Ma se la presenza di metalli pesanti all’interno nel poligono del Cellina-Meduna è stata confermata dalle stesse autorità militari, lo stesso non si può dire per il poligono del Bivera, dove tali informazioni non sono mai state fornite né si sa se analisi di questo tipo siano mai state effettuate. L’eventualità, nemmeno tanto remota visto il caso del Dandolo, di un inquinamento del suolo andrebbe ad aggravare gli impatti sulla fauna e sull’equilibrio ecosistemico del SIC del Monte Bivera già provato dalle esercitazioni a fuoco, con il lancio di bombe a mano e proiettili di mortaio da 120 millimetri, previste ogni anno, e in pieno periodo riproduttivo, dal disciplinare d’uso del poligono.

Ed è proprio per richiedere la revoca di tale disciplinare alla Commissione misto paritetica e l’esclusione del SIC del Bivera dal novero dei poligoni militari della regione che il WWF Fvg nelle scorse settimane ha inviato una nota ai Ministri della Difesa e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché al presidente della Regione e all’assessore all’ambiente Sara Vito.