Friuli: Poste, i Sindaci della montagna si ribellano alle chiusure

di Tanja Ariis.

Venerdì in città si svolgerà un vertice dei sindaci della montagna carnica e pordenonese con Poste italiane. I primi cittadini pretendono spiegazioni sulle ultime novità introdotte da Poste italiane che riguardano 26 comuni della Carnia su 28 (esclusi Tolmezzo e Forni di Sopra) e 19 del Pordenonese (San Giorgio della Richinvelda, Sequals, Travesio, Arba, Anduins, Pinzano, Castelnovo, Meduno, Fanna, Montereale Valcellina, Cavasso, Tramonti, Vivaro, Barcis, Andreis, Cimolais, Erto-Casso, Claut, Frisanco). Dalle 15 venerdì, nella sede della Comunità montana della Carnia Poste italiane illustrerà ai sindaci le modifiche che sta per apportare al servizio di recapito postale e le modalità con cui sarà gestito. A inizio ottobre nel confronto con il commissario dell’ente comprensoriale, Lino Not, Poste italiane aveva dato la sua disponibilità a incontrare in seguito i sindaci su questo aspetto. Ecco dunque l’incontro di venerdì che, organizzato dalla Comunità montana carnica e inizialmente rivolto ai sindaci della zona, si è presto allargato anche a quelli della montagna vicina poiché anche da quel territorio è arrivata la richiesta a parteciparvi. In tanti sono infatti curiosi di sapere cosa Poste italiane andrà a dire loro, dopo la mossa affatto gradita di lasciare sul loro territorio un servizio di recapito della corrispondenza che funzionerà a giorni alterni (una settimana il lunedì, mercoledì e venerdì e quella successiva il martedì e il giovedì). Una decisione unilaterale e presa senza alcun coinvolgimento delle amministrazioni locali che pesa ancora come un macigno e condisce di malumore e sospetto la reazione dei sindaci alle promesse di Poste italiane di miglioramento dei servizi attraverso il postino telematico. Diversi, in attesa di capire venerdì come funzionerà nei territori montani, temono uno specchietto per allodole, un modo fumoso per far digerire a questi territori un boccone indigesto. Di fatto, rilevano molti, Poste italiane ha fatto ciò che ha voluto, senza consultare i territori e senza un solo passo indietro. Ha giusto ritardato di un mese l’avvio concreto del nuovo sistema, ma ora partirà. Not ha più volte evidenziato a Poste italiane come tale riduzione di servizio determinerà una grave discriminazione per i territori montani, già in difficoltà per spostamenti poco agevoli da una località all’altra, prevalenza di popolazione anziana, mancanza di banda larga. C’è intanto un’iniziativa che potrebbe interessare, se andasse a buon fine, anche questi territori: l’Anci Piemonte con 41 Comuni di quella regione ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro la delibera Agcom 395-15-9 di giugno, l’atto cioè che autorizza il nuovo sistema di recapito della corrispondenza di Poste italiane.