Friuli: sagre a rischio an – alcolismo


Viene veramente da chiedersi "ma i nostri parlamentari a Roma, cosa fanno?" Dov’erano mentre il provvedimento Europeo veniva ratificato, cosa che ci mette nella bella situazione di mettere in piedi delle sagre o feste del tutto "analcoliche"?

Vino e birra banditi dalle sagre e dalle altre feste tradizionali organizzate su “suolo pubblico”. A cominciare da Friuli Doc. Non si tratta di uno scherzo, ma dell’ultima trovata dei legislatori. Quelli europei, in agguato contro i danni derivanti dal consumo di alcol. Il divieto, di portata devastante se si considera la miriade di iniziative già in programma su tutto il territorio, entrerà in vigore da mercoledì.

Da quel giorno, in altre parole, anche nella nostra regione non sarà più possibile vendere o somministrare bevande alcoliche su aree e spazi pubblici che non siano di pertinenza di ristoranti, bar e negozi. Qualche esempio, tanto per interderci. Nei chioschi e nelle bancarelle ambulanti, allestiti di volta in volta fuori dallo stadio, alle fiere paesane e nelle località di mare, il consumo di un panino, di un piatto di salsicce e polenta, di un frico e di altre specialità culinarie locali non potrà più essere accompagnato da un bicchiere di vino o di birra. Neppure uno. A meno, s’intende, di non portarselo direttamente da casa.

Stesso discorso per le tante e più o meno grandi manifestazioni organizzate da enti pubblici, associazioni sportive o di volontariato, ma anche enti religiosi e partiti politici. Comprese quelle caratterizzate proprio da un’impronta “enogastronomica”. Le più numerose, in una terra di vini come la nostra: da Friuli Doc ad Aria di Festa e da Itinerannia a La via dei sapori, senza contare l’infinità di sagre che, dall’inizio alla fine dell’estate, anima le serate dei paesi di tutta la regione, dal mare alla montagna.

Sulla carta, lo stop alla somministrazione di bevande alcoliche è atteso per mercoledì. Nei fatti, però, il provvedimento potrebbe diventare esecutivo soltanto in autunno, salvando in tal modo, almeno per quest’anno, tutti gli appuntamenti già in calendario. A ritardare l’entrata in vigore della legge comunitaria, la n. 88/2009 pensata e votata «per disincentivare la vendita illecita su aree pubbliche di bevande alcoliche e ridurne così i danni sull’o rganismo», potrebbero essere i tempi tecnici necessari a fare passare le correzioni al testo che il Parlamento italiano ha proposto, quasi in una corsa contro il tempo, dopo averla approvata a fine giugno in maniera evidentemente troppo frettolosa.

E, forse, dimenticando che la somministrazione di bevande alcoliche è già vietata per legge a chi non sia titolare di apposita licenza di pubblica sicurezza. Fino ad allora, comunque, il rischio è di rimanere paralizzati tra la certezza di una norma già passata, con tanto di divieti e relative sanzioni per i trasgressori (si va da 4 a 30 mila euro), e l’incertezza delle modifiche che tutti, dalle categorie degli esercenti (peraltro ulteriormente penalizzati visto il periodo di crisi economica) al popolo delle sagre, attende di vedere passare.