FRiuli: San Simeone, spettacolare balcone sul Friuli

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di Antonio Simeoli

Per chi ha almeno quarant’anni quel nome evoca ancora sinistri ricordi. San Simeone, epicentro del terremoto del 1976. Mille morti, i paesi intorno distrutti: Gemona, Venzone, Buja, Majano, Osoppo al di là del Tagliamento; Bordano, Trasaghis e le sue frazioni sotto la montagna. Eppure il monte San Simeone, 1.505 metri sul livello del mare, è uno degli itinerari più belli del Friuli. Semplicemente perché è un balcone su una regione intera. Quando il cielo è terso, come in alcuni momenti ieri mattina, il mare sembra lì a pochi chilometri. La montagna è una di quelle “per tutti”: gli escursionisti hanno a disposizione diversi sentieri da Bordano o dal versante di Venzone e soprattutto la strada carrozzabile, quella che il Regno d’Italia costruì come tante altre in Friuli e sulle Alpi all’inizio del secolo scorso per prepararsi il terreno alla Grande guerra. Fu luogo di battaglie il San Simeone, più precisamente lo fu il “gemello” monte Festa con gli artiglieri che continuarono a martellare la valle del Tagliamento, quando già le truppe austro-ungariche stavano occupando la pianura dopo Caporetto, e poi furono protagonisti di un’epica ritirata. E, proprio per poter portare in quota cannoni e munizioni, le pendenze della strada non superano quasi mai il 10 per cento. La salita è lunga 12 chilometri, il primo porta alla sella di Interneppo. Da lì parte l’ascesa sia al monte Festa sia al San Simeone. Mezzo chilometro dopo il bivio la biforcazione. In 12 km il dislivello è di quasi mille metri. Il paesaggio è meraviglioso perché dopo un chilometro nel bosco si incontra il primo dei 28 tornanti, nove dei quali sono in galleria. E a ogni tornante la vista sulla pianura, in primis sul Tagliamento, è suggestiva. Ieri mattina abbimo affrontato la salita in bicicletta. Dopo cinque chilometri senza incontrare anima viva (tranne un capriolo sbucato dal bosco), i ciclisti trovati sul percorso sono diventati, in pochi minuti, una quarantina. Insomma, il San Simeone, pur con un asfalto e diversi tratti cementati non certo a prova di bici da corsa, è una salita per ciclisti, una palestra di allenamento perfetta per le pendenze non impossibili (solo tra il sesto e il settimo chilometro c’è un tratto al 12%) e per la presenza del bosco, che anche nelle giornate più calde garantisce un certo refrigerio. Una salita per tutti, ma anche per tutte le stagioni. Sul San Simeone, a piedi o in bici, ci si puù andare anche in autunno e persino in inverno. Raramente anche ad alta quota la strada è innevata perché è esposta al sole. E man mano che si snocciolano i tornanti il paesaggio cambia e si sale in… paradiso. Gemona, Sella Sant’Agnese, Venzone lì sotto in tutta la sua bellezza. Poi le montagne intorno: il Chiampon e, dopo un tornante a sinistra, i prati sotto la vetta. Da lassù la vista delle montagne carniche e della Valle del Lago è impagabile. Il mare è laggiù, ci si arriva con lo sguardo semplicemente seguendo il corso del Tagliamento, il grande fiume. Uno spettacolo il San Simeone. La montagna simbolo del terremoto ora è semplicemente il balcone sul Friuli.