Friuli: si’ della consulta al ricorso presentato dal governo sul patto Tremonti-Tondo

La Corte costituzionale ha accolto l’impugnativa del Governo contro la norma contenuta nella Finanziaria regionale 2012 relativa ”congelamento” dei fondi (370 milioni) dovuti allo Stato in base al ”patto” Tremonti-Tondo firmato il 29 ottobre 2010. Per i giudici della Consulta questa condizione unilaterale ”costituisce una violazione del principio di leale collaborazione e dell’art. 119 della Costituzione”, ispirato ”alla leale collaborazione”. Queste le prime dichiarazioni  di  Tondo sulla vicenda: “Noi siamo stati leali, virtuosi e costruttivi per noi e per il Paese; siamo una regione responsabile che ha ridotto il debito per contribuire al risanamento del Paese. Il governo nazionale non ha mantenuto i patti siglati con noi il 29 ottobre 2010 e non possiamo essere definiti sleali se ne tiriamo le conseguenze. I patti vanno rispettati da tutti e non accettiamo che un governo che aumenta il debito pubblico, come definito nella sua finanziaria, continui a non dare nulla mentre ogni giorno mette le mani nei portafogli di regioni che hanno dimostrato nei fatti una leale collaborazione”.  Renzo Tondo prende atto della sentenza della Corte Costituzionale in merito al contributo di solidarietà che il Friuli Venezia Giulia è chiamato a versare allo Stato, ma ribadisce che il principio delle lealtà istituzionale non può valere in una sola direzione, anche lo Stato deve mantenere i propri impegni e rispondere alle richieste di dialogo e confronto che anche noi abbiamo molte volte inutilmente avanzato ad un governo ogni giorno più sordo. “Non avremo riflessi sui nostri bilanci – spiega il presidente – perché quei fondi sono stati accantonati in attesa della sentenza della Corte, la quale ha preso atto che lo Stato aveva già messo in legge nelle sue entrate il nostro contributo e non riconosce la richiesta regionale di verifica del mantenimento dei patti da parte dello Stato. Resta però che non possiamo accettare un rapporto sleale da parte del governo e la nostra resistenza è legittima difesa dei cittadini, già vittime di tagli feroci e della pesante crisi generale. Continuiamo a ritenere nostro dovere chiedere allo Stato il rispetto degli impegni proprio in forza dell’operato di una Regione che in quattro anni ha abbassato il debito pubblico di 800 milioni di euro. Mentre il governo aumenta il debito nazionale, questi milioni sono il vero concreto contributo di solidarietà del Friuli Venezia Giulia all’intero Paese. I numeri dicono che dal 2008 al 2012 il debito pubblico dell’Italia è aumentato da 1671 a 2021 miliardi mentre quello del Friuli Venezia Giulia si è abbassato da 1657 a 832 milioni. Siamo davanti a politiche nazionali che si riducono soltanto a tagliare risorse e mettono a rischio i servizi ai cittadini anche in regioni come la nostra, che finora hanno resistito con il proprio senso di responsabilità; confidiamo che il prossimo governo rimedi ai danni di questo governo presunto tecnico e sappia seriamente interloquire con le realtà regionali”.