Friuli: stop alla pulizia dei fiumi di Legambiente, esposto in Procura

di Giacomina Pellizzari

«Non vogliamo rischiare di incorrere in un altro scempio ambientale come quello che si è verificato in val Rosandra, sul Carso triestino». Chiaro il messaggio di Legambiente sintetizzato nell’esposto presentato dal segretario regionale Michele Tonzar, nei giorni scorsi, alle Procure di Udine e di Tolmezzo, dopo aver appreso che la Protezione civile ha programmato da qui al 2013 decine di interventi di pulizia anche lungo gli alvei dei fiumi e dei torrenti friulani. Attraverso questa azione, infatti, l’associazione ambientalista chiede di «impedire la prosecuzione dell’operazione “Alvei puliti” non solo per la parte prevista il 14 e il 15 aprile, ma anche per quella programmata nel prossimo anno». Ma non è ancora tutto perché Legambiente sollecita la Procura a obbligare la Protezione civile a chiedere le autorizzazioni di legge e a procedere nel caso fossero confermate le presunte illeceità». La stessa iniziativa interessa le procure di Pordenone, Gorizia e a Trieste. Considerato che, nelle prossime settimane, gli uomini della Protezione civile entreranno in azione lungo i torrenti Degano, Venzonassa, Torre, Racchiusano, Alberone, Cormor, il rio Musil e la roggia Barbariga, l’associazione ambientalista, nell’esposto, fa notare che «si tratta di interventi monotoni e ripetitivi, banalmente uguali di taglio raso di tutta la vegetazione presente, e non della sola vegetazione infestante, senza nessun criterio tecnico selettivo, essendo i casi realizzati negli anni scorsi portati a esempio di come operare anche per l’attuale operazione». Ecco perché Legambiente chiede alla Procura di «sospendere cautelativamente il proseguo dell’operazione prevista per il 14 e il 15 aprile». L’ha fatto perché ritiene che la Protezione civile abbia «ritenuto di procedere secondo le norme dell’urgenza e del pericolo in situazioni ove tali condizioni non esistono, per giustificare la necessità di un’esercitazione che si poteva fare con minor danno ambientale e secondo regole tecniche meno impattanti, in linea con gli orientamenti scientifici più avanzati in materia di deflusso delle piante in alvei fluviali e torrentizi». Legambiente è preoccupata, infatti, che «questo tipo di interventi, là dove le condizioni idrogeologiche e morfologiche sono più delicate, possa essere foriero di gravi danni ai torrenti in caso di piogge intense e piene improvvise le cui sponde, non più ricoperte dalla preziosa vegetazione, consentirebbero all’acqua, non più rallentata, di acquistare grande velocità ed erodere le sponde scoperte». Precisato tutto ciò, l’associazione chiarisce che l’esposto «non deve minimamente essere inteso come atto contro i volontari che svolgono le loro attività con spirito di sacrificio e dedizione eseguendo ordini e programmi decisi altrove, né contro i sindaci dei Comuni dove hanno luogo le esercitazioni. L’esposto – si legge ancora – deve essere inteso a sanzionare quei comportamenti irragionevoli e culturalmente arretrati, oltre che in violazione di legge, assunti dalla Protezione civile.

 

articolo dal sito del Messaggero Veneto

Una risposta a “Friuli: stop alla pulizia dei fiumi di Legambiente, esposto in Procura”

  1. Tutt’al piu quattro acacie, due salici e un paio di alberi di poco pregio non certo querce millenarie che invadevano pericolosamente l’alveo di un torrente. Gli alberi crescono i fuimi si intasano e se l’uomo costruisce vicino ai fiumi deve prevedere la mautenzione dei loro letti di scorrimento. Questo esempio di miopia fintoambientalista di qualcuno che non conosce nemmeno un minimo di tecniche di disboascamento (un pocjes di stagjons sui monts a chescj vetrs di riviere) , questa inutile casinata ci spiega perchè Danieli investira in serbia per il suo prossimo stablimento, ACHI NO SI E PARONS NEANCJE DI ATJA UNE AGACJE, FIGURINSI DI IMPASTANA UNE FABRICHE.

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