Friuli: Tondo contro Fantozzi, quel libro offende i friulani

di Anna Buttazzoni

Fracchia contro Dracula? Fantozzi contro tutti? Ipotesi cancellate. In Friuli sta per andare in scena Tondo contro Villaggio, la Regione contro Fantozzi. Trama e dialoghi non sono ancora in produzione, ma un canovaccio c’è. E racconta dell’ultima fatica letteraria di Paolo Villaggio “Mi dichi. Prontuario comico della lingua italiana”, in libreria da marzo. Fantozzi, ops, Villaggio non incarna i suoi personaggi e dunque non sbaglia i congiuntivi e non fa strafalcioni. L’obiettivo, quello dell’autore, è far ridere e riflettere sull’italiano scritto e parlato. E fustigare l’italiano medio. Sfogliando le paginette, insomma, bisognerebbe ridere. Ma il presidente Fvg e molti friulani – a giudicare dalla tempesta sulla rete e dalle lettere di protesta – non si sono affatto divertiti sprofondando nella lettura della definizione fantozziana di loro stessi. Perché Villaggio esamina anche i popoli regionali. Pagina 42 dell’opera  “Gli altoatesini parlano e scrivono per dispetto solo in tedesco, e i friulani, che per motivi alcolici non sono mai riusciti a esprimersi in italiano, parlano ancora una lingua fossile impressionante, hanno un alito come se al mattino avessero bevuto una tazza di merda e l’abitudine di ruttare violentemente”. Fermi tutti. È ironia. Almeno così dovrebbe essere. Qualcuno esibisce il diritto di satira, la licenza poetica, la libertà di pensiero. Tutto sacro. Taluni invece hanno provato a leggere e rileggere quelle frasette ripescando la voce di Fantozzi o Fracchia. Nulla da fare. Non c’è verso per i più, di ridere. Di certo nemmeno un sorrisetto tirato ha solcato il volto di Tondo, cui quelle frasi sono state segnalate e lette (dove sta scritto che un libro va divorato non appena uscito in libreria?). Perché il governatore annuncia querela. Una battuta? No, no, non c’è alcun intento ironico. «Trovo quanto scritto da Villaggio volgare, offensivo e segno del decadimento dei tempi. Da una prima verifica – tuona Tondo – ci sono gli estremi per una querela. Ho dato mandato all’ufficio legale di verificare e giovedì in giunta avremo una prima relazione. E se gli avvocati mi confermeranno che ci sono gli estremi non esiterò a presentare querela». Come finirà? Magari con il più classico dei dialoghi fantozziani: «Mi dichi». «Scusi. Com’è umano lei…».


6 Risposte a “Friuli: Tondo contro Fantozzi, quel libro offende i friulani”

  1. Da un attore che ha costruito la sua carriera sulle figure di m…. mettendo in ridicolo se stesso , abbiamo poco, se non nulla, da imparare…

  2. aggiornamento del 27/10/2011

    di Anna Buttazzoni

    Paolo Villaggio è rammaricato, profondamente rammaricato. E chiede scusa, come conferma il suo editor, che per altro è friulana. Fa un passo in più l’artefice del ragionier Fantozzi: parlerà con il governatore Renzo Tondo. Un contatto tra i due arriverà – ieri ha chiesto cellulare e e-mail del governatore –, e forse basterà a spegnere la polemica nata attorno al suo libro «Mi dichi. Prontuario comico della lingua friulana». Una bufera che ha coinvolto istituzioni e scatenato migliaia di commenti via internet. A far risentire molti friulani sono le frasi che Villaggio utilizza per descrivere lingua, abitudini e modi della friulanità. Frasi che non hanno fatto ridere Tondo, che oggi in giunta metterà sul tavolo il caso-Villaggio e, su relazione degli avvocati della Regione, deciderà se presentare querela. Ma anche Tondo fa un passo verso la riconciliazione con il comico genovese. «Non so se quereleremo Villaggio. Diciamo che – ha detto ieri il governatore – gli darei l’opportunità di chiedere scusa ai friulani». «Contrariamente al passato – ha aggiunto il governatore – stavolta Villaggio non mi ha fatto assolutamente ridere, non solo per i friulani, ma perché è una caduta di stile non degna di grande attore». Oggi quindi l’esecutivo valuterà se l’offesa potrà essere “lavata” con una querela. «Non voglio fare guerre, mi sono un po’ seccato perché quanto detto non rappresenta il mio popolo. Ho ricevuto tante telefonate di gente arrabbiata – ha proseguito Tondo –, cittadini qualunque, gente che mi ha fermato per strada». E allora, meglio un invito. «Venga su in Friuli Villaggio – ha concluso Tondo – e si accorgerà che abbiamo vini e formaggi squisiti e lavande profumatissime». Non sembra ancora pronta al perdono, invece, la società filologica friulana. Il presidente, Lorenzo Pelizzo, fa sapere che si consulterà con un legale e che porterà il “caso” in consiglio per decidere se procedere con una denuncia per diffamazione. «Ho grande stima per Villaggio – ha detto Pelizzo – e non mi spiego il perché di affermazioni così pesanti. I friulani si distinguono da sempre per laboriosità e non certo perché avvinazzati».

  3. Arrivare ad una certa età, e saper scrivere solo boiate vergognose come queste, e essere incapaci invece di fare un libro che riporti qualcosa di serio, di saggio e intelligente, lo trovo molto triste!

    Leggendo quelle righe sui friulani e sugli alpini, direi che il ragionier Ugo Fantozzi, continuamente paragonato a una "merdaccia", era di gran lunga migliore del Sig. Villaggio.

    Ha chiesto scusa? Credo che il modo migliore e sincero per farlo, è ritirare il libro e fare le opportune revisioni!

  4. non ho parole aldo vorrei sapere come si permette 1 come lui di criticare noi ma la mattina si guarda allo specchio ?

  5. Aggiornamento del 28/10/2011

    Una formale e-mail di scuse. E, per non lasciare nulla di intentato, anche una telefonata per ribadire quanto scritto. Paolo Villaggio ha contattato ieri il governatore Renzo Tondo, per chiudere il caso scatenato dalla descrizione dei friulani sul suo libro “Mi dichi. Prontuario comico della lingua italiana”. Righe e parole che hanno lasciato indifferente il presidente della Regione che ieri, con la sua giunta, ha deciso di non querelare il comico genovese. Nel messaggio via posta elettronica, così come nella telefonata di poche ore più tardi, Villaggio ha ammesso di essere stato di cattivo gusto. Un po’ come riconoscere di aver cercato di far ridere il pubblico, ma di avere la consapevolezza di non esserci riusciti. Forse un brutto colpo per un comico. Di certo un beau geste, che forse contribuisce a dimenticare l’episodio e a restituire la genuinità del ragionier Fantozzi. «Mi hanno fatto molto piacere entrambi i gesti – conferma Tondo –, perché Villaggio, da persona intelligente e corretta quale ritengo sia, è consapevole di aver esagerato e chiede scusa ai friulani tramite me. Ho spiegato al comico che sono rimasto colpito dalle frasi scritte nel libro sia perché le reputo fuori luogo, sia perché penso si tratti di una caduta di stile. E lui ha ammesso che è così». Villaggio, che conosce il Friuli e Udine, ha anche fatto sapere d’essere disponibile a venire in regione, per chiedere scusa di persona. Tondo non ha ancora deciso come e quando, ma di certo favorirà il “contatto”. «Mi ha detto di amare Udine e so che troveremo l’occasione e le condizioni – conferma il governatore – perché possa in futuro venire in Friuli e apprezzare il popolo friulano e le nostre caratteristiche». Della Regione contro Fantozzi, dunque, non c’è più traccia. Almeno non nei pensieri di Tondo. Dalla Provincia di Udine, invece, dopo l’invettiva del presidente Pietro Fontanini, arriva lo sdegno dell’assessore alla Cultura, Elena Lizzi. «Invierò all’editore di Villaggio una serie di pubblicazioni realizzate dalla Provincia di Udine sulla storia della Patria del Friuli, sulle sue tradizioni, le sue lingue e sul ruolo della donna, affinché in futuro – spiega Lizzi –, qualora il signor Villaggio e il suo editore, decidessero di esprimersi ancora sul popolo friulano, lo facessero a ragion veduta. E confido che l’editore, cui probabilmente saranno imputabili le responsabilità civili di quanto scritto – conclude Lizzi – provveda quanto prima a fare tutto quanto è in suo potere affinché l’onta sia degnamente e pubblicamente lavata». Chiede «un atteggiamento moderato», invece, il consigliere regionale del Pdl Alessandro Colautti. «La satira è satira. E al di là della sacrosanta difesa del diritto di satira che può arrivare anche a essere offensiva, senza per questo finire davanti a un tribunale, è necessario – afferma Colautti – comprendere il contesto entro cui si collocano le dichiarazioni incriminate, cioè il contesto narrato dal libro. Perché – conclude Colautti – si tratta di una ferrea critica che castiga quanti stanno lasciando morire la nostra lingua, la lingua di Dante, Petrarca, Boccaccio, la lingua nazionale che è sempre meno vissuta e sentita come simbolo di identità». Solidarietà, infine, «per le volgari e offensive parole rivolte al popolo friulano e al suo mondo culturale in generale», giunge da Igor Komel, direttore del Kulturni dom di Gorizia.

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