Friuli: un agricoltore scrive a Monti, ecco i problemi del comparto


di MATTEO ZOLIN, presidente Sezione Coldiretti di Maniago. 

Ho ventidue anni, abito a Maniago in provincia di Pordenone e sono un giovane imprenditore agricolo. Da quattro anni lavoro nell’azienda di famiglia con grande passione e dedizione. Consapevole della mia scelta di entrare a far parte del mondo agricolo, ho subito aderito alle sfide di questo settore e, dopo essere stato eletto presidente di sezione della Coldiretti, da un anno a questa parte ho cominciato a farmi carico in prima persona dei tanti problemi che affliggono il mondo dell’agricoltura. I problemi sono molteplici e complessi. In genere variano da luogo a luogo e da settore a settore. Vorrei evidenziare quelli che sento più urgenti per il territorio in cui vivo: 1) Il settore zootecnico, negli ultimi anni, ha risentito più di tutti di una crisi che parte da ben prima del 2008, e che costringe gli allevatori a fare i conti con i bilanci in rosso. La suinicoltura da anni si trova ad affrontare un forte aumento dei costi di produzione causato dall’aumento dei prezzi dei cereali, dovuto soprattutto alla speculazione finanziaria dei cosidetti “fondi di investimento”, e dei costi energetici. Per contro, il prezzo del suino non ha avuto un aumento tale da permettere una chiusura di bilancio alla pari. 2) Una gran mole di leggi, normative e burocrazia costringe le aziende ad “adeguarsi” a costo di grossi sacrifici, non sprona a lavorare meglio, non premia le imprese più virtuose e rappresenta un forte freno allo sviluppo del settore. Citerei per esempio la nuova direttiva sul “benessere animale” che obbliga gli allevatori ad ingenti e costosi cambiamenti delle strutture adibite all’allevamento dei suini: i più sono costretti a cessare l’attività per mancanza di risorse da investire nelle ristrutturazioni; molti altri devono decidere di passare alle cosiddette “soccide” e cioè entrare nel giro di grandi industrie mangimistiche azzerando la propria libertà imprenditoriale. 3) Sempre nel settore zootecnico, tengo a sottolineare anche la gravosa situazione degli allevatori dei bovini da latte, i quali pure devono sostenere elevati costi di produzione per le suddette cause. Nella nostra Regione, il latte viene loro pagato una miseria: 35 centesimi al litro. Questo accade anche per un sistema cooperativistico inefficiente e inadeguato, che non ridistribuisce equamente gli introiti tra gli allevatori e che da troppi anni li dirotta nelle tasche di amministratori e politici. Ora che anche il cordone della borsa si è ristretto, i primi a pagare sono proprio gli allevatori. 4) Come cornice di tutto questo c’è una sempre più diffusa visione distorta dell’agricoltura, non più intesa come settore che produce beni primari necessari per vivere, ma solamente come mezzo di arricchimento supportato da pretestuosi slogan sulle “energie verdi” o rinnovabili, che beneficiano di eccessivi contributi pubblici a carico della collettività. Nel confuso momento politico che stiamo vivendo: qual è la visione dell’agricoltura in Italia? Come si può uscire da questa situazione? Come intende agire in proposito?