Friuli: al via la nuova strategia per lo sviluppo delle terre alte

Una nuova organica “Strategia per lo sviluppo delle aree montane” è stata recentemente approvata dalla Giunta del Friuli Venezia Giulia su proposta della presidente della Regione Debora Serracchiani.

Il nuovo piano di sviluppo verrà alimentato economicamente dall’insieme dei diversi strumenti operativi già oggi utilizzati e si articolerà in due differenti modalità di intervento: una “riserva finanziaria” per le domande di aiuto provenienti dal territorio montano creata nell’ambito di tutti i Fondi europei disponibili, che consente di rispondere a specifici bisogni dell’area montana, e la definizione di interventi integrati denominati “progetti d’area” propri della “Strategia nazionale per le aree interne” da finanziare anche grazie a risorse statali messe a disposizione dalla legge di stabilità 2014.

Inoltre restano ferme le attuali competenze finanziarie del cosiddetto asse Leader riservato alle zone montane e tutte le misure e gli interventi a valere sul PSR-Piano di Sviluppo Rurale che hanno come riferimento primario questo territorio. Concretamente significherà mettere a disposizione della montagna del Friuli Venezia Giulia, attraverso specifici bandi, la cifra di quasi 14 milioni di euro per la prima modalità (circa 8,8 mln. euro dai fondi FESR-Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e circa 4,9 milioni di euro da quelli FSE-Fondo Sociale Europeo), cui si aggiungono le risorse del FEASR-Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale per circa 70 milioni, declinate nel PSR con priorità nel territorio montano. Qui peraltro resta confermata la dotazione finanziaria dell’asse Ue Leader (che vale il 6% delle risorse complessive del PSR).

Invece per i progetti d’area le risorse dei fondi strutturali sono pari a 5 milioni di euro, cui si aggiunge la cifra di circa 4 milioni di euro di derivazione statale. “Verrà dunque creato un ‘Asse Montagna’ dotato nei prossimi anni delle adeguate risorse finanziarie per concorrere allo sviluppo di quest’area della Regione – ha osservato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani – collocando così significativi finanziamenti per progetti connessi ai problemi e ai fabbisogni della montagna regionale”.

Gli interventi finanziabili saranno legati a temi come lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione; l’accentuata bipolarizzazione dei centri di fondovalle e i centri minori situati nelle valli interne o nelle “terre alte”; il dissesto idrogeologico; la ridefinizione delle attività economiche tradizionali come l’agricoltura o la lavorazione del legno; la necessità di consolidare la presenza industriale attraverso l’innovazione di processo e il marketing commerciale; la riduzione dei costi del vivere in montagna legati al clima o alla mobilità scolastico-lavorativa, la necessità di assicurare una rete legata ai servizi di prossimità; il superamento del “digital divide“; lo sviluppo di nuove attività economiche offerte dalle tecnologie informatiche e, non ultima, la sperimentazione e il consolidamento di nuove forme di “governance” in collaborazione tra attori pubblici e privati.

Per quanto riguarda i “progetti d’area” che verranno realizzati come “ITI-Investimento Territoriale Integrato”, la Regione Friuli Venezia Giulia ha individuato preliminarmente una sola area interna definita area-progetto, nella quale sviluppare ed attuare un progetto prototipo. L’area-progetto si estende nel territorio della Carnia e comprende i 20 Comuni di Ampezzo, Arta Terme, Cercivento, Comeglians, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Ligosullo, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Preone, Ravascletto, Rigolato, Sauris, Socchieve, Sutrio, Treppo Carnico e Zuglio.

Quest’area presenta le caratteristiche elencate nell’ “Accordo di partenariato 2014-2020” stretto tra il Governo nazionale e la Commissione europea, appartenendo i Comuni dell’area alla stessa Comunità montana, area che è stata interessata dalle strategie di sviluppo locale promosse e attuate dal GAL (Gruppo di Azione Locale) operante in Carnia dal 1995 ad oggi e dove sono già presenti alcune associazioni intercomunali che diventeranno lo strumento attraverso cui definire idee di progetto collettive.

Alla definizione del progetto prototipo, ha indicato la presidente Serracchiani, si provvederà attraverso un Accordo di programma quadro che sarà sottoscritto da Stato, Regione e Comuni per la realizzazione di progetti di sviluppo locale focalizzati su temi come la tutela del territorio, la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile, sistemi agro-alimentari e piccole produzioni agricole e il “saper fare artigianato”.

Oltre all’asse Leader, le ulteriori competenze riservate al territorio montano nell’ambito del PSR sono quelle legate al sostegno per investimenti in infrastrutture viarie e nelle malghe, la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse agricole o forestali), gli investimenti in tecnologie forestali e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste, le indennità a favore degli agricoltori delle zone montane e la cooperazione interterritoriale e transnazionale, tra territori rurali.

Una nuova “Strategia per lo sviluppo delle aree montane”, quindi, totalmente integrata nell’ambito degli strumenti attuativi dei fondi strutturali europei, così da risultare una componente organica e qualificante della strategia complessiva di sviluppo regionale perfettamente inserita nell’ambito del periodo di Programmazione comunitaria 2014-2020.