Friuli: video Padre Gabriele, un (presunto) guaritore dal look curatissimo …

Quello che secondo me a prima vista, ti fà capire che il tipo non te la racconta giusta, è che per essere un prete che si dice a contatto con la gente e che vive tra la gente, ha un bel pò di tempo a disposizione per curare il look (date un occhio alle basette 🙂   A quanto dicono i fedeli invece, il momento più intenso della cerimonia di padre Gabriele Fiume arriva dopo ore di preghiere, canti, riflessioni e litanie che in un crescendo di intensità portano alcune persone a commuoversi fino alle lacrime, a inginocchiarsi, ad abbracciarsi. Poi il padre dei miracoli va incontro ai “suoi” fedeli, appoggia le mani sulle tempie di chi si fa avanti, sussurra qualche parola e molti si lasciano cadere sul pavimento. Restano lì, immobili per alcuni minuti. E’ il «riposo dello spirito», spiegano, una delle tante manifestazioni dello Spirito Santo.«Le ginocchia si piegano – racconta Sergio dopo essersi rialzato –, sei cosciente, ma senza forze e ti abbandoni a un totale stato di benessere. Non è uno svenimento. Come ti senti? E’ una sensazione intensa e bellissima, come di pace interiore. Per provare questa esperienza spirituale ho dovuto aspettare otto anni. Andavo sempre a Medjugorje, ma quando ho incontrato padre Gabriele ho subito capito che è un grande sensitivo e, guidato da lui con le sue preghiere, ho raggiunto il riposo dello spirito. Vengo qui ogni mese per pregare perché mi sento bene e poi ormai è come se fossi a casa mia. Ho conosciuto tante persone con le quali ho costruito un ottimo rapporto di amicizia».<br />
Anche Fiorina, una donna friulana che frequenta il centro culturale San Charbel regolarmente, non ha dimenticato la sua prima esperienza di riposo dello spirito: «Ho pianto tanto, non riuscivo a smettere e mi vergognavo, ma solo così sono riuscita a superare un dolore con il quale convivevo da troppo tempo. Sono credente e vado sempre in chiesa, però grazie a padre Gabriele mi sento meglio». Ieri a “cadere” dopo la “benedizione” di padre Gabriele sono state una ventina di persone. Molte altre si sono fatte toccare la testa, ma sono rimaste in piedi, come Silvia, per esempio, che è venuta da Padova insieme alle due figlie perché incuriosita da quello che ha sentito sull’abate ortodosso. «E’ sicuramente una persona carismatica – ha riferito al termine della funzione – forse ci tornerò».
Nel salone ieri c’era più di un centinaio di persone. Anche oggi padre Gabriele sarà a disposizione dei fedeli. Due volte al mese, nelle mattinate di sabato e domenica sono in programma i colloqui personali e le confessioni, mentre nel pomeriggio seguono le funzioni religiose e laiche sempre negli spazi delle Edizioni Segno e del Centro culturale San Charbel. «Le persone vengono qui – spiega padre Gabriele – perché hanno dei problemi, ma non perché sono pazze o psicologicamente labili, come qualcuno dice. La cosa più importante per me – prosegue – è annunciare la Parola di Dio, che è il compito di qualsiasi prete». Da cattolico padre Gabriele è diventato ortodosso e si è specializzato in messe di guarigione.
«Cristo – sottolinea – ci ha lasciato tre comandi: comunicare il Vangelo, scacciare i demoni e guarire i malati. Una Chiesa che manca di queste cose è una Chiesa con gravi carenze e forse è questo che oggi molte chiese sono vuote. Qui invece ogni volta i fedeli presenti sono parecchie centinaia. E sono tanti quelli che guariscono. Non solo dalle malattie dello spirito, ma anche dal cancro, dal diabete, da qualsiasi morbo. Ci sono alcuni che vengono con le stampelle e poi le buttano via, ma non sono io che guarisco, io prego e basta». Secondo padre Gabriele però «non è questo l’obiettivo dei nostri incontri, lo scopo è la nuova evangelizzazione».
Rispetto alle critiche ricevute dalla Chiesa invece l’abate precisa: «La Chiesa cattolica, invece di occuparsi della mia opera di cura pastorale, pensi a dare le risposte che la cristianità attende su altre questioni come i preti pedofili, la morte misteriosa di Papa Luciani e il ruolo della Santa Sede nel rapimento di Emanuela Orlandi»