Gemona: in ospedale un centro per scalatori ed escursionisti, l’ambulatorio per chi ama le vette

di Maura Delle Case

Salire oltre i duemila metri con la sicurezza delle proprie capacità fisiche sarà presto possibile per alpinisti, escursionisti e semplici amanti delle passeggiate in alta quota, grazie a un progetto che vede coinvolte l’azienda sanitaria 3 – Alto Friuli, il Cai, il Comune di Gemona e il Cdl in Scienze motorie. Il progetto, in attesa del via libera da parte dell’assessore regionale alla sanità, Vladimir Kosic, prevede l’attivazione di un laboratorio specialistico di “Medicina di montagna” in seno all’ospedale San Michele a Gemona. Struttura che in Italia ha per ora un solo precedente ad Aosta. Del laboratorio hanno parlato recentemente, durante un incontro in ospedale, il consigliere regionale Luigi Cacitti (Pdl), il professor Guglielmo Antonutto, preside del corso di laurea magistrale in Scienza dello sport, il consigliere del Cai centrale, Aldo Larice, il vicesindaco di Gemona, Roberto Revelant  e infine, per l’Ass3, il direttore generale Beppino Colle, quello sanitario Luca Lattuada e il direttore del dipartimento di prevenzione, Paolo Pischiutti, che sarà anche responsabile del nuovo ambulatorio. Grazie a una strumentazione avanzata, in parte già a diposizione di Scienze motorie, e a un’equipe di specialisti che vedrà affiancati uno pneumologo, un cardiologo, un neurologo e il responsabile dell’ambulatorio di medicina dei viaggiatori, sarà dunque possibile verificare la reazione del proprio fisico allo sforzo di un’ascesa in alta quota. «In particolare – spiega Pischiutti – ci dedicheremo a due tipi di utenti: a alpinisti e frequentatori abituali della montagna, per testare la loro capacità di affrontare le difficoltà, anche nei casi in cui si preparino per “missioni” extraeuropee ad altezze oltre i 5 mila metri, e a quanti, praticando abitualmente un escursionismo “più modesto”, devono però fare i conti, ad esempio, con cardiopatie». Lo strumento principe, che dovrebbe essere acquistato con fondi dell’avanzo di bilancio dell’Ass3, sarà l’“Alti-trainer”: «Una macchina (costo 25 mila euro) capace di misurare lo sforzo, sia pedalando che camminando, mentre si respira una miscela povera di ossigeno, che ricrea le condizioni del camminare a quote diverse – racconta –. Restando all’interno del San Michele sarà insomma possibile fare la stessa fatica che si fa camminando a 5 mila metri». «Gemona – dichiara il consigliere Cacitti – rappresenta la sede ideale essendo l’Ass3 l’unica in regione con un territorio quasi esclusivamente montano e vantando la città la sede del Cdl in Scienze motorie (fondamentale partner di questo progetto)».