Gemona: inaugurato monumento in memoria delle vittime del terremoto del 1976

Solenne cerimonia, questa sera a Gemona del Friuli (UD), per l'inaugurazione di un monumento in memoria delle vittime del terremoto del 1976 e dell'opera di soccorso dei vigili del fuoco. Esso è il frutto di un'idea di Giorgio Godina, vigile del fuoco tra i primi ad intervenire la notte del 6 maggio di 35 anni fa, tradotta in arte dallo scultore di origine istriana Nino Gortan, scomparso prematuramente, e portata a compimento dal figlio Michele. E' strutturato in più parti. Un primo pannello rappresenta la pietosa opera del soccorso, la grevità nello sguardo del soccorritore e la sofferenza negli occhi di chi tiene fra le braccia. Il secondo fa vedere i segni delle mani di quelle mille vittime rimaste sotto le macerie. Infine vi è una figura stilizzata che identifica l'anima che sale verso Dio alla ricerca della luce eterna. Il monumento è divenuto realtà per iniziativa del Comune di Gemona e dell'Associazione dei Vigili del Fuoco in congedo, per l'interessamento dell'ing. Vallefuoco, già comandante a Udine, e grazie al contributo di numerosi sponsor. <br />
Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili, militari e religiose ed un numeroso pubblico. Tra essi c'era anche l'on. Giuseppe Zamberletti, all'epoca commissario straordinario per il coordinamento dei soccorsi, mentre per il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco erano presenti il prefetto Francesco Paolo Tronca, capo Dipartimento, il vice capo dipartimento Alfio Pini, il comandante provinciale di Udine Doriano Minisini.
In rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia, accanto a diversi consiglieri, è intervenuto il vicepresidente della Giunta e assessore alla protezione civile, Luca Ciriani, che ha evidenziato come, con la visita ieri a Palmanova dell' on. Zamberletti che ha incontrato i volontari, e con questa e altre cerimonie odierne, ha preso avvio una settimana importante, che culminerà venerdì 6 maggio nelle celebrazioni in occasione del 35esimo anniversario del sisma che ha sconvolto il Friuli.
Una ricorrenza che, ha spiegato, la Regione intende commemorare in modo non rituale, per ricordare da un lato il dolore e la sofferenza delle popolazioni colpite; dall'altro la fondamentale azione di chi, Forze dell'Ordine, Vigili del Fuoco, militari, e tantissimi volontari, si è prodigato nelle difficili operazioni di soccorso, rischiando la propria vita e talvolta anche perdendola.
Non va poi dimenticato, ha quindi sottolineato il vicepresidente, che dal terremoto la gente friulana ha dato una straordinaria dimostrazione di dignità, della caparbia volontà di risollevarsi dalle macerie, di rinascere, di creare le basi per una grande stagione di crescita e di sviluppo. Ma soprattutto che da quel tragico evento è nata e si è concretizzata in Friuli Venezia Giulia prima e a livello nazionale poi l'idea della protezione civile, ovvero della trasformazione del volontariato spontaneo, ma non strutturato, in una organizzazione moderna ed efficiente. Un sistema integrato di prevenzione e soccorso che, nella nostra regione, rappresenta un modello, ammirato nell'Italia intera.
Un significato che va oltre il simbolo, che dimostra l'impegno di un'intera comunità per ricostruire, pietra su pietra, quanto era andato distrutto, e il valore di quanti hanno portato aiuto. Questo, secondo il prefetto Tronca, il senso del monumento che da oggi svetta nella piazza gemonese intitolata all'ingegner Emanuele Chiavola, a lungo responsabile della segretaria generale straordinaria per la ricostruzione della Regione Friuli Venezia Giulia.

Una risposta a “Gemona: inaugurato monumento in memoria delle vittime del terremoto del 1976”

  1. aggiornamento del 01/05/2011

    di Maura Delle Case

    Una figura umana snella e stilizzata che protende le braccia verso l'alto alla ricerca della luce eterna si erge, da ieri pomeriggio, in piazzale Emanuele Chiavola per ben 6 metri d'altezza in memoria delle vittime del sisma del 1976 e dell'opera di soccorso dei vigii del fuoco. Iniziata dallo scultore sandanielese Nino Gortan, prematuramente scomparso nel 2001, l'imponente scultura in rame – donata dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco – è stata completata dal figlio Michele, che ieri l'ha presentata a Gemona a conclusione di una lunga giornata di cerimonie che ha dato ufficialmente il via alla corsa verso il sei maggio quando il Friuli si fermerà per ricordare le sue mille vittime, nel 35° anniversario dalla tragedia. Per l'occasione, in città sono arrivati i vertici dei Vdf nazionali e regionali, a partire dal capo dipartimento del corpo, il prefetto Francesco Paolo Tronca, assieme all'uomo simbolo della ricostruzione friulana, l'onorevole Giuseppe Zamberletti, e ancora il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, e una nutrita rappresentanza di autorità civili, militari e religiose. È stata una giornata legata alla memoria delle vittime, delle ore che seguirono la tragedia e dell'intervento generoso che vide protagonisti i pompieri. Con quale slancio e dedizione l'ha ricordato ieri uno di loro. «Quando la terra smise di tremare – ha raccontato Giorgio Godina, vigile in servizio la notte del 6 maggio alla centrale di Udine nonché "padre" del monumento – provvedemmo subito a mettere al sicuro i nostri mezzi. Eravamo pronti a partire. Ma non sapevamo dove andare. E nessuno chiamava». Dopo un viaggio alla ceca, verso la zona disastrata, ii pompiere arriva a Gemona dove il dramma di manifesta nella sua interezza. «Mi misi subito a soccorrere la gente», ha detto ancora Godina, per poi cedere all'emozione raccontando del primo soccorso riuscito: «Tra le macerie delle case popolari vidi una ciocca di capelli e il volto di una bambina. Aveva gli occhi sbarrati e non parlava. Non dimenticherò mai l'immagine di quell'angioletto impolverato che fu il primo soccorso con esito positivo di quella notte». A distanza di 35 anni la commozione non viene meno. Quella stessa che nei giorni immediatamente successivi alla tragedia un pompiere aveva voluto raccontare con una scritta su un muro del centro storico, ieri ricordata a più riprese: "I vigili del fuoco hanno visto. Hanno pianto". «Quel che mi stupì di più leggendo quella frase – ha esordito Zamberletti, letteralmente abbracciato ieri dai gemonesi che gli hanno tributato ripetuti applausi – fu che esponenti di un corpo che passano la vita a stretto contatto con il dolore non cessino mai di partecipare con passione profonda al dolore altrui». Una passione che va di pari passo con la competenza, acquisita anche sul "campo" Friuli dove, proprio all'indomani del sisma – ha ricordato il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani -, è nata la protezione civile, nella quale il ruolo del Vvf è strategico e centrale.

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