Gemona: per gli insegnanti il taxi del sabato sera è un invito per i giovani al consumo dell’alcol

di Maura Delle Case

Impegnati quotidianamente nell’educazione dei giovani sui pericoli derivanti dall’uso/abuso di alcool e in generale di sostanze psicotrope, 100 insegnanti del polo scolastico gemonese si sono mobilitati “contro” il servizio di taxi notturno attivo ormai da un mese e rivolto a quanti vogliono tenersi stretta la patente anche dopo un paio di bicchieri

In particolare il nutrito gruppo di educatori punta il dito contro l’intervento di recente sottoscritto dal consigliere di maggioranza Paolo Copetti, che si felicitava per l’attivazione del servizio anche a Gemona: un servizio «fortemente voluto», «promesso in campagna elettorale a giovani e no con l’obiettivo di evitare il rischio di incidenti e del ritiro della patente» e «avvallato dal sindaco». Vada l’iniziativa privata, ma che a benedirla sia addirittura la pubblica amministrazione agli insegnanti non è andato giù, tanto da spingere un gruppo dapprima esiguo, poi via via più nutrito a sottoscrivere una missiva indirizzata al primo cittadino di Gemona, Paolo Urbani, e sottoscritta da ben 100 insegnanti. «Da anni – si legge nella lettera – tutte le scuole del Gemonese promuovono, d’intesa con l’Azienda sanitaria 3 Alto Friuli e con altri enti, progetti di educazione alla salute, con l’obiettivo di sensibilizzare i nostri studenti sui rischi connessi all’uso di droghe, alcool, tabacco, doping, ecc. Come insegnanti ed educatori cerchiamo di far crescere la consapevolezza che ogni tipo di dipendenza è pericolosa. Il rischio incidenti, pur gravissimo, o il ritiro della patente non sono le uniche conseguenze dell’abuso di sostanze psicoattive. Si tratta, per noi, di accompagnare i giovani verso una più matura coscienza civile, che va formata, per cui l’essere adulti comporta adottare stili di vita consapevoli, equilibrati, responsabili nei confronti di sé stessi e degli altri». In questo senso nel servizio di bus navetta «il messaggio sotteso ci pare sia quello di rassegnarsi al fatto che i giovani, e non solo loro, consumino eccessivi quantitativi di sostanze alcooliche e di voler provvedere alla sola, pur importante, sicurezza stradale, trascurando quella legata alla salute, agli stili di vita, alle modalità di divertimento».<br />
«Siamo quindi a chiederle di non sostenere ulteriormente il progetto del bus navetta per chi beve troppo, né sotto l’aspetto economico né tantomeno dal punto di vista promozionale. Se ne occupino pure i privati. Ne è loro diritto. Mentre, crediamo, è dovere di un’amministrazione pubblica sostenere le iniziative che valorizzano la qualità della vita e la salute».