Gemona: si è spento Andreas, giovane promessa della pallacanestro Friulana

Andreasdi Maura Delle Case

É mancato ieri mattina alle cinque. Mentre i festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno si andavano esaurendo Andreas Kropiunig, giovane stella della pallacanestro friulana si è spento all’ospedale San Michele di Gemona. Aveva solo 20 anni e da pochi mesi combatteva contro una grave forma di sarcoma osseo che alla fine non gli ha dato scampo.
A piangerlo restano la sua ragazza, Giulia, mamma Claudia, una sorellina piccola e il fratello Salvatore, oltre al mondo della pallacanestro friulana, in particolare al Gemona basket, società che per Andreas era come una seconda famiglia e che ora, per onorarne la memoria, ha deciso di ritirare il suo numero di maglia <br />
Nella squadra di basket della città pedemontana, dopo Andreas, nessuno più giocherà con il 12. L’ultima maglia la porterà con sé il 20enne, che a dimostrazione di quanto amore provasse per il canestro, ha espressamente chiesto d’essere sepolto in divisa, canotta e pantaloncini. Ai piedi le scarpe da basket, tra le braccia l’amato pallone. I funerali saranno celebrati domani alle 15 nel Duomo di Santa Maria Assunta, mentre stasera alle 19.30 nella chiesa di San Rocco sarà recitato un rosario.
Nonostante il cognome, ereditato da mamma Claudia che è originaria dell’Austria, Andreas era cresciuto a Gemona. Con la famiglia viveva in via Cavour, nel cuore del centro storico conducendo una vita per nulla dissimile da quella dei suoi coetanei. Divisa tra scuola, amici, famiglia e la sua grande passione: il basket. Dopo aver concluso gli studi all’Isis d’Arconco, l’anno passato aveva iniziato a muovere i primi passi nel mondo del lavoro, dandosi da fare per trovare una prima occupazione quando il male aveva fatto la sua comparsa. In modo subdolo.
Dapprima, infatti, si era manifestato con un forte dolore all’anca, come si trattasse di un problema muscolare, che aveva spinto Andreas a effettuare alcuni controlli, ma soprattutto a darsi da fare in palestra cercando di attenuare il dolore che invece, alla metà di agosto, era divenuto più intenso spingendo il gemonese, ormai magrissimo, verso nuovi accertamenti e una diagnosi senza appello: sarcoma osseo.
Cosciente del male Andreas aveva iniziato la sua battaglia, lottando duro. «Era convinto di potercela fare e quasi, quasi – racconta il presidente del Gemona basket, Alessandro Barbina – era lui a darci coraggio. Diceva a tutti che doveva tornare a giocare, che non vedeva l’ora di guarire».
E invece, la più importante partita, quella per la vita, Andreas l’ha persa. Quel giovane dal fisico scolpito come una statua greca, dai capelli biondi e l’espressione allegra e buona, com’era il suo carattere, si è spento nella notte tra venerdì e sabato lasciando Gemona in preda a un dolore profondo. In città tutti facevano il tifo per lui e le notizie trapelate di recente avevano fatto ben sperare. Le cure, all’avanguardia, cui il giovane era stato sottoposto all’ospedale Rizzoli di Bologna avevano infatti dato ottimi risultati. Almeno fino a poche settimane prima di Natale.
Andreas aveva trascorso il 25 dicembre, su concessione dei medici, a casa sua. Poi il ritorno in ospedale a Gemona, dove alle 5 di ieri ha esalato l’ultimo respiro. Con lui se ne va quello che per tutti era “ragazzo d’oro”. Se ne va un figlio e un amico. Se ne va una promessa del basket, sport amato al punto da volerlo portare con sé, vestendo, per il suo ultimo viaggio, l’amata divisa.

 

2 Risposte a “Gemona: si è spento Andreas, giovane promessa della pallacanestro Friulana”

  1. aggiornamento del 02/01/2011

    “Campione, riposa in pace”. “Giocherai sempre con gli angeli”. “Senza parole. Eri e sarai un esempio per tutti”. Sono solo alcuni dei messaggi che da ieri mattina affollano il profilo Facebook di Andreas Kropiunig, il 20enne gemonese stroncato, sabato mattina, da un sarcoma osseo che con coraggio e caparbietà combatteva da mesi. Gli amici e i compagni di basket, grande passione del ragazzo, lo hanno voluto salutare usando la rete e in particolare il social network che per il cestista era divenuto, specie negli ultimi mesi del suo calvario, una sorta e di diario pubblico nel quale annotare sogni e speranze.
    Ed è proprio a Facebook che ha voluto affidare il suo intimo e affettuoso messaggio ad Andreas anche il fratello Salvatore: “Mi mancherà molto vederti ogni giorno arrivare a casa con il sorriso a 60 denti. Mi mancheranno le nostre litigate e il condividere la camera con te, ma so che finché il tuo ricordo resterà vivo nei nostri cuori sarà come se fossi ancora con noi”. Quello che all’inizio si era subdolamente presentato come un comune dolore muscolare, ad accertamenti più approfonditi si era rivelato essere invece una grave forma di cancro, aggravatasi, nonostante le cure, nel giro di pochi mesi.
    Andreas era stato seguito sia all’ospedale di Gemona che al Rizzoli di Bologna, dov’era stato sottoposto a intense e avanzate cure. Purtroppo, l’aggressività della malattia non gli ha lasciato scampo.
    Alle 5 di sabato mattina il giovane talento del Gemona basket ha chiuso gli occhi per sempre, prostrando nel dolore la città pedemontana, orfana di quello che – a detta degli stessi dirigenti della società sportiva – poteva diventare un nome nel mondo della pallacanestro. Era il suo sogno.
    E Andreas, con dedizione, serietà e tanto allenamento, stava facendo il possibile affinché divenisse realtà. A infrangere quel sogno è stata una terribile malattia, che troppo presto ha strappato il ragazzo alla sua famiglia, ma non è riuscita a cancellare l’affetto e la stima che Andreas, nonostante la sua giovane età, era riuscito a conquistarsi nel cuore di tanti.
    Amici, parenti, cestisti come lui che oggi pomeriggio, alle 15, affolleranno il Duomo di Gemona per l’ultimo saluto.

  2. aggiornamento del 06/01/2011

    Non si è ancora allentato l’abbraccio con cui i gemonesi e il mondo della pallacanestro friulana si sono stretti attorno alla famiglia di Andreas Kropiunig, il giovane cestista mancato a soli 20 anni causa un grave tumore alle ossa. Tali sono stati l’affetto e il sostegno dimostrati a “Krop” e ai suoi durante la malattia e all’indomani del grave lutto, che mamma Claudia ha sentito il bisogno di prendere in mano carta e penna per rinnovare il ringraziamento alla comunità: «Io, mamma Krop, vorrei ringraziare tutte le persone che ci hanno sostenuto in questi 4 mesi di sofferenza – esordisce la signora Kropiunig in una lunga lettera -. Sapevo che mio figlio era una persona speciale, ma non fino a questo punto. Lui, con il suo carattere riservato e silenzioso, ma sempre sorridente e solare, ha saputo conquistato tanti cuori. Sono fiera di lui».
    Il suo grazie, mamma Kropiunig, l’aveva già detto in Duomo in coda al funerale di Andreas, combattendo con il suo italiano a tratti stentato e con le lacrime pronte ad affiorare. L’aveva fatto però con il sorriso sulle labbra, facendosi forza al pensiero del suo “bambino” speciale e del tanto affetto ricevuto. Soprattutto dalla comunità sportiva, da quel mondo della pallacanestro che è davvero come una grande famiglia e che ai funerali di Andreas ha partecipato in massa. «Per Krop il basket era una grande passione. Una dipendenza – scrive ancora mamma Claudia -. Ogni momento era buono per andare a farsi due tiri nel parco di Via Dante». In quel campetto all’aperto che a breve l’amministrazione comunale intitolerà proprio a Krop. «Credo che nessun ragazzo – prosegue la signora – abbia usato quel pavimento e quel canestro quanto lui. A testimonianza di una grande passione». Stoppata, troppo presto, dalla malattia che l’aveva colpito, diagnosticata a fine agosto: tumore alle ossa. «Ci é cascato il mondo addosso – ricorda con dolore la mamma -. Sapevo che non era una cosa facile da affrontare, ma da subito il mio unico scopo è stato quello di rendere sereno Andreas. Ho conosciuto la sua ragazza Giulia, che come una stella è sempre stata al fianco di mio figlio. Abbiamo lottato insieme e siamo stati con lui fino all’ultimo respiro. Ringrazio lei e tutti coloro che ci sono stati vicini. Tutto il personale medico e infermieristico dell’ospedale di Gemona, del pronto soccorso di Udine, il sindaco Paolo Urbani, il parroco monsignor Gastone Candusso, i docenti delle scuole, in particolare dell’Isis d’Aronco, e il Gemona basket, la sua seconda famiglia».

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