A Roma, con altri gruppi folkloristici, sono arrivati anche i ragazzi del gruppo di Timau di Paluzza "Guldana pearl". Durante le cerimonia del tradizionale bacio dell’anello pontificio, la rappresentante del gruppo si è avvicinata a papa Ratzinger con un cestino di vimini foderato di raso contenenti depliant dei "Guldana", degli "Jutalan" e alcuni CD incisi in timavese dai bambini del balletto, calzini bianchi in lana merino. Non potevano mancare poi i tradizionali scarpets, bianchi però. <
Anche il colloquio fra il pontefice e i rappresentanti timavesi è stato tenuto in una lingua originale: in "tischlbongarisch”, ossia in timavese, nella lingua, di origine germanica che ancora si parla nelle famiglie di questo paese di confine fra Austria ed Italia. Una presentazione delle scarpe, cui il papa in un dialetto simile a quello parlato a Timau ha risposto chiedendo se fossero stati confezionati a mano.
Poche battute, ma che hanno fatto felici i timavesi che hanno potuto, in qualche maniera, sentirsi a casa loro anche in Vaticano.