Gorizia: trovati resti di antiche opere murarie, il cantiere della Funicolare rischia lo stop


di Christian Seu

In burocratese si definisce “verifica di assoggettabilità alla Valutazione d'impatto ambientale”. E' il passaggio che, secondo quanto confermato dalla Direzione ambiente della Regione, manca all'iter di progettazione dell'impianto di risalita che dovrà collegare piazza Vittoria al borgo medievale del castello. Tradotto: l'aver saltato a piè pari una procedura tecnica ritenuta non necessaria già in fase di progettazione preliminare rischia di far subire ai lavori di realizzazione dei tre ascensori un blocco ben più lungo rispetto a quello già imposto, appena 72 ore fa, dal ritrovamento di preesistenze murarie giudicate di interesse storico archeologico dalla Soprintendenza. Sollecitati da Legambiente, gli uffici della Regione hanno riesaminato gli incartamenti relativi al progetto per la realizzazione del contestato sistema ascensionale  i cui lavori sono partiti lo scorso dicembre, trovando conferme a quanto denunciato dagli ambientalisti e dal Coasgo, il comitato nato per opporsi all'opera: secondo quanto previsto da un decreto legislativo, i progetti relativi a «funicolari o linee simili di tipo particolare, adibite al trasporto di passeggeri» devono obbligatoriamente passare per una procedura di verifica, necessaria a far scattare l'eventuale ricorso alla Valutazione d'impatto ambientale (Via). Così, con una comunicazione del 14 giugno, la Direzione regionale Ambiente ha informato il Comune dell'avvio del procedimento di verifica a cui si affiancheranno gli accertamenti per valutare «la significatività dei mutamenti arrecati all'ambiente dalle opere già realizzate», si legge nella circolare firmata dal direttore generale, Giovanni Petris. Il rischio è che i lavori subiscano uno stop prolungato, in attesa dell'esito degli accertamenti disposti: un passaggio che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe portare alla revoca delle autorizzazioni e alla conseguente revisione dei progetti. Il decreto che istituisce l'obbligo dell'avvio della procedura è del 2006, la prima approvazione del progetto esecutivo dell'impianto di risalita (poi riadottato nel 2010 e tuttora in fase di riapprovazione) risale al 2005: proprio questa potrebbe essere la causa della “dimenticanza” degli uffici comunali, che non avrebbero ritenuto necessario attenersi alla normativa entrata in vigore in corso d'opera. Il Coasgo, intanto, ha formalmente richiesto al presidente della Regione, Renzo Tondo, l'immediata sospensione dei lavori, al fine di poter verificare eventuali irregolarità procedurali «per le quali – spiegano i referenti del comitato – ci riserviamo di adire a vie legali, considerando il configurarsi di irregolarità amministrative che portano a gravi risvolti ambientali, economico-finanziari e storici soprattutto alla luce dei recenti significativi ritrovamenti archeologici». Già, perchè come se non bastasse il papocchio burocratico, un'altra tegola si è abbattuta sull'amministrazione comunale giovedì scorso: durante le fasi di scavo per la realizzazione della palificata sulla quale saranno montati i binari della funicolare, sono emerse antiche preesistenze murarie, definite «di notevole interesse e valenza storico-archeologica». Un ulteriore intoppo che potrebbe obbligare i progettisti a una variante del progetto esecutivo, sulla base del quale si stanno svolgendo i lavori sul colle del castello.