Krsko: centrale a fine vita o re-investimento da sostenere?

Dal sito www.ilfattoquotidiano.it

Nella centrale nucleare di Krsko, Slovenia, si sono verificate alcune “anomalie nel sistema”: la prima mercoledì e la seconda ieri. Per ora la centrale è in blocco automatico dovrebbe tornare operativa la prossima settimana. Al momento, dal sito della centrale, rassicurano che non c’è alcun pericolo per i lavoratori (circa 500 operativi nell’insediamento) e neppure per l’ambiente. Spiegano che l’impianto sloveno si è spento automaticamente per motivi di sicurezza. La causa, un difetto di trasmissione nell’elettrodotto a 380 chilovolt che dalla centrale porta energia elettrica verso Zagabria e la Croazia. I vertici della centrale ribadiscono “che non ci sono stati rischi di emissioni di radiazioni”. <br />
 

Ma mentre oggi si attende di capire la natura dei due recentissimi problemi tecnici avvenuti a Krsko emerge anche una seconda questione che interessa l’Italia in modo diretto. Lubiana entro il 2017 deve decidere il futuro dell’impianto (in funzione dal 1983, costruito quando c’era ancora la Jugoslavia comunista, ma con tecnologia americana Westinghouse) con una capacità di 632 megawatt di potenza, contenente oltre 48 tonnellate di combustibile a base di ossido di uranio.

Si parla del raddoppio del reattore che secondo le stime può durare, al massimo, fino al 2023. Questa sorta di “caffettiera” che bolle a due passi da casa nostra potrebbe, secondo le associazioni Wwf, Legambiente e Italia nostra, diventare l’ago della bilancia di una parte delle scelte di approvvigionamento energetico italiano.

Tutto gira attorno al progetto di rigassificatore nella zona di Zaule di GasNatural. Dunque, il rischio è un accordo fra Lubiana e Roma: il governo sloveno potrebbe accettare il rigassificatore per poter raddoppiare la centrale nucleare con soldi anche italiani.

Nei giorni scorsi il governatore del Fvg Renzo Tondo è entrato sulla delicata questione a gamba tesa: “Il Governo Italiano dovrebbe sostenere l’impegno dichiarato di voler mettere in sicurezza ulteriormente la centrale nucleare di Krsko”. Come a dire: non nella mia regione ma nel giardino del vicino. E c’è pure un precedente: solo pochi mesi dopo i fatti di Krsko del 2008 (oltre ad altri due guasti nel 2005 e 2007) l’Enel aveva investito circa 3 milioni di euro per il raddoppio della centrale di Mochavce in Slovacchia: due nuovi reattori che tra l’altro entreranno in funzione nel 2012 e 2013.