La Confartigianato carnica boccia il Progetto montagna

La Confartigianato carnica boccia il Progetto montagna. Dopo circa due anni di “concertazione” si è concluso il percorso della cabina di regia presso la Comunità montana della Carnia per la predisposizione del Piano di azione locale del nuovo “Progetto montagna”. Ma l’esito non è dei migliori, visto che l’associazione ha rifiutato di sottoscrivere il documento.La Confartigianato, attraverso il suo presidente zonale Licia Cimenti, nel ringraziare la Comunità per il lavoro svolto e il grande sforzo di concertazione avviato in questo lungo periodo non ha comunque ritenuto di firmarlo ritenendolo una vera e propria “scatola dei sogni”. «Dovendo rappresentare e se possibile tutelare le imprese che operano e vivono sul nostro territorio – precisa Cimenti – non ci sentiamo di regalare illusioni anche perché, cosa importante, non c’è stato alcun confronto con l’amministrazione regionale, specie quella scaturita dalle recenti votazioni, riguardo l’effettiva copertura finanziaria».

Confartigianato sottolinea poi come la parte specifica per le piccole e medie imprese sia stata delegata all’agenzia per lo sviluppo della montagna, Agemont, la quale nel predisporre i suoi progetti non ha tenuto in alcuna considerazione le varie osservazioni eccepite.

«Alla stessa Agenzia è stato delegato il compito di elaborare una carta dei servizi quando più che una mappa dei servizi riteniamo di maggiore utilità per noi artigiani l’erogazione dei servizi stessi. Con queste premesse – spiega la presidente – era decisamente ingenuo dare il nostro consenso».

«Nemmeno Agemont – protesta Confartigianato – ci ha consultati, salvo farci pervenire, una decina di giorni prima della riunione definitiva, una bozza alla quale abbiamo riportato diverse osservazioni, che non sono state minimamente recepite e confrontate».

La prima osservazione spiega come si sia partiti con il classico piede sbagliato: «In vari progetti – ha scritto Confartigianato – ricorre l’espressione “l’intervento potrebbe essere sviluppato in collaborazione con le associazioni di categoria”. A nostro avviso occorre correggere il “potrebbe” con un “dovrebbe” o addirittura “deve”. Senza la coordinata, tempestiva e positiva collaborazione di tutte le parti interessate risulta più difficile conseguire gli obiettivi, per la maggior parte meritori, perseguiti».