Le Dolomiti sono patrimonio dell’umanità

Dal MV di oggi

Dal mare alla montagna, «in una grande festa dei territori» dice il ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo, l’Italia vede riconosciute dall’Unesco, le peculiarità e il grande valore del proprio straordinario territorio. Tocca alle Dolomiti ricevere lo status di bene naturale patrimonio dell’umanità . Ci sono voluti 17 anni, sino all’accelerazione definitiva del 2004 favorita dalla partecipazione diretta delle cinque province di Trento, Bolzano, Belluno, Udine e Pordenone, per vedere accogliere dall’Unesco la candidatura delle montagne più belle del mondo.










 Decantate da scrittori e illustrate da pittori, set di grandi film, teatro di grandi imprese sportive, patrimonio naturalistico, sociale ed etnografico, le Dolomiti entrano tra le 176 gemme naturali della terra per la loro «straordinaria bellezza paesaggistica e la specificità geologica». Hanno poi il primato di essere il primo bene seriale ammesso dal “World Heritage Committee”. Un aspetto reso possibile «dalla partecipazione delle realtà territoriali, cinque province e tre regioni» dice il ministro, con il coinvolgimeto delle popolazioni di lingua italiana, ladina e tedesca.
La candidatura delle Dolomiti era arrivata in Spagna forte del parere positivo espresso nelle scorse settimane dall’Iucn (l’Unione mondiale per la conservazione della natura), l’organismo internazionale incaricato di esaminare in prima istanza e candidature dei beni naturali Unesco. Sinora in Italia il riconoscimento come bene naturale era stato assegnato solo alle Isole Eolie.
Fanno parte il gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago, situati in Veneto, tra Cadore, Zoldano e Ampezzano; del massiccio della Marmolada, posto fra Trentino e Veneto e comprendente la cima più alta delle Dolomiti (3.343 metri) e il ghiacciaio più significativo; il gruppo formato dalle Pale di San Martino, Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi, per lo più in territorio veneto ma anche trentino; il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, le più orientali, suddivise fra le province di Pordenone e Udine; le Dolomiti settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti i frastagliati Cadini, le candide Dolomiti di Sesto, le austere Dolomiti d’Ampezzo, le lunari Dolomiti di Fanes, Senes e Braies; il gruppo Puez-Odle, tutto in territorio altoatesino, oggi splendido parco naturale; il gruppo formato dallo Sciliar, dal Catinaccio e dal Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; le Dolomiti di Brenta, le più occidentali, dove vive ancora l’orso bruno, tutte in territorio trentino; il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dei più diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici permettono di leggere come in un libro aperto la storia geologica della Terra.
Sarà la futura Fondazione “Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis Unesco Foundation” il soggetto unitario di coordinamento interistituzionale per la gestione delle politiche di conservazione e valorizzazione dei valori del Patrimonio universale. È Mauro Gilmozzi, assessore all’Urbanistica della Provincia autonoma di Trento a scandire l’agenda dei prossimi impegni, già a Siviglia subito dopo la proclamazione delle Dolomiti a sito naturale tutelato dall’Unesco.
«Ora abbiamo 18 mesi di tempo per dare attuazione agli impegni presi – spiega Gilmozzi – in particolare dobbiamo rendere operativa la fondazione e definire i piani di gestione di settore dei vari territori. Il piano di gestione generale già c’è ma ora dobbiamo articolarlo sui vari territori e dimostrare che la candidatura delle Dolomiti non è più solo un’idea ma diviene un fatto concreto».











2 Risposte a “Le Dolomiti sono patrimonio dell’umanità”

  1. Aggiornamento 27/06/2009

    «Non ho mai dubitato un attimo che ci potesse essere un finale diverso in questa storia. È stato un percorso lungo e faticoso ma alla fine i risultati sono arrivati». Non è per nulla sorpreso il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini nell’apprendere la notizia che il World Heritage Commitee ha ufficialmente inserito le Dolomiti nella lista del Patrimonio Universale dell’Umanità Unesco. La decisione sulla candidature presentata dall’Italia è stata presa all’unanimità dai 21 membri della commissione dell’Unesco riunitasi a Siviglia. «Un lavoro congiunto quello degli ultimi anni – ha precisato Fontanini – che ha visto unite le Province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine. L’inserimento delle Dolomiti friulane nella lista dell’Unesco – evidenzia – rappresenta un ottimo risultato, sia dal punto di vista ambientale, che da quello turistico, per far conoscere le bellezze del nostro territorio».

    A perorare la candidatura, assieme alla Provincia di Udine, si erano mossi negli anni scorsi anche i Comuni friulani di Ampezzo, Forni di Sotto, Forni di Sopra, Prato Carnico, Socchieve, Sauris e Rigolato. «Al di là dell’importanza del riconoscimento – ha proseguito – ritengo sia necessario riflettere sul valore di una candidatura definita dagli stessi valutatori dell’Unesco come un possibile modello per le future candidature che coinvolgono territori e amministrazioni differenti. I quattro anni trascorsi – ha proseguito – , hanno visto infatti le 5 Province impegnate in un lavoro complesso, il cui spirito è stato quello di vedere le Dolomiti non più come confine ma come importante cerniera».

    La gestione del sito Unesco sarà affidata a una fondazione costituita dalle cinque Province, aperta anche ai parchi, agli enti locali ad altre associazioni e fondazioni. La fondazione non avrà alcun potere normativo né di si potrà sovrapporre agli enti locali. Costituirà invece il luogo delle relazioni tra territori per la valorizzazione delle Dolomiti. «Non siamo di fronte a un monumento – ha concluso Fontanini – ma a una serie di luoghi eccellenti e abitati in cui, la tutela della natura passa indispensabilmente attraverso l’azione dell’uomo, come per generazioni hanno dimostrato gli abitanti delle Alpi».

  2. IL Soggetto unitario di coordinamento interistituzionale per la gestione delle politiche di conservazione e valorizzazione dei valori del Patrimonio universale. Esiste da secoli ,sono le “REGOLE”. Grazie a queste è ora credibile come PATRIMONIO dell’UMANITA’. Il politico può solo essere soddisfatto di aver fatto il lavoro per cui è pagato e ora faccia qualcosa d’altro di utile.Uomini,natura,rispetto,tutela questo è il patrimonio ed è dei montanari che da secoli hanno inventato” Le Regole” come forma di vita nelle dolomiti, non usarle significa finire come DRESDA, conservarle significa capire perchè non sono diventate porto marghera!

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