Ligosullo: Giorgio Morocutti «Mi ricandido a sindaco per chiudere il Comune»

di Antonio Simeoli

Si ricandida per chiudere il Comune. Sì, avete capito bene. Di questi tempi, quando gli amministratori pubblici finiscono spesso dietro la lavagna, non è una notizia da poco. Il protagonista è il sindaco uscente di Ligosullo, Giorgio Morocutti, 34 anni elettricista alla Secab di Paluzza. Sarà, a meno di clamorose sorprese, l’unico candidato alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio. Unico candidato, nessun avversario. E un’incognita: evitare il commissariamento del Comune che scatterebbe automaticamente se non andrà alle urne il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Che sono a Liogosullo maledettamente pochi, perché gli abitanti sono 133, ma gli effettivi non superano il centinaio. Molti dei quali, di fatto, risiedono all’estero. Sindaco, perché chiudere il Comune? «Semplice. Per fonderlo con altri: è l’unico modo per evitare il tracollo della Carnia». Fonderlo con chi? «Ho una mia idea e la spiegherò in campagna elettorale. Dieci-quindici anni di tempo. Prima la fusione con Paluzza e Treppo Carnico, i centri della Val Pontaiba. Stessa cosa dovrebbero fare Paularo, Zuglio e Arta Terme; Cercivento con Sutrio e Ravascletto». Poi? «Il grande Comune di vallata: un ente locale solo da Arta Terme a Paluzza con 10 mila abitanti. Quello è il nostro futuro». Per risparmiare? «No, per poter continuare a vivere in montagna dando servizi ai cittadini». Faccia un esempio… «Il bus per consentire gli spostamenti da un paese all’altro. Ora i singoli Comuni non si possono permettere di pagarlo, e intanto i mini-bus della Saf girano per la Carnia vuoti. Con la fusione di tre Comuni tutto questo sarebbe possibile». Ma con i Comuni di vallata come potrà essere garantita la rappresentatività? «Molti pensano che il grande Comune allontanerebbe il cittadino dall’amministrazione pubblica, invece accadrà il contrario. I giovani torneranno a fare politica e a interessarsi della cosa pubblica. Ritornerà l’entusiasmo di vivere in montagna e soprattutto lo si potrà fare perché alla gente potranno essere garantiti maggiori servizi». Ma allora perché i Comuni non sono stati ancora accorpati? «Per le invidie tra amministratori, non certo per la mancanza di volontà da parte dei cittadini. Per questo il progetto dell’assessore Panontin, che prevede la possibilità per i cittadini di chiedere il referendum di fusione, è la strada giusta». Sindaco, è davvero così difficile vivere in Carnia? «Sì, e lo è sempre di più. Un esempio? Il mio assessore Craighero era pronto ad impegnarsi ancora nell’amministrazione, ma per trovare lavoro, dopo aver completato brillantemente gli studi, è dovuto emigrare a Milano. Da qui la gente se ne va. A Ligosullo ci sono 7-8 famiglie di giovani. Da due anni non nasce un bambino nel mio paese. Che non ha futuro». Se non si chiude il Comune e si fa gioco di squadra. Cosa assai difficile però in Carnia.