Manzano: un industriale manzanese “apre” il Megastore cinese

di Rosalba Tello

Non farà concorrenza alle attività commerciali e produttive del Distretto della Sedia, offrirà anzi nuove opportunità al territorio. É quanto auspica l’imprenditore Roberto Lovato, proprietario della struttura dove sorgerà presso gli ex capannoni Mario Sabot, lungo la Sr56, il Centro Ingrosso Italia Cina Srl, il più grande della regione. La struttura è stata data in locazione a Zheng Jangdong e Zheng Janghua; residenti a Udine da una dozzina di anni, i due giovani imprenditori cinesi affitteranno a loro volta i 50 box dell’edificio per la vendita all’ingrosso di materiale di diverse merceologie (dalle scarpe alla bigiotteria) destinato alle bancarelle cinesi. L’inaugurazione avverrà lunedì alle 14; la provenienza dell’insegna, ancora semicoperta, è svelata dalla bandiera rossa con le stelle che sventola assieme a quelle dell’Italia e dell’Europa.<br />
«Speriamo che la classe politica si renda conto dell’opportunità di sfruttare i capannoni vuoti o sotto-utilizzati – spiega Lovato –, che nel Distretto della sedia ammontano a oltre 1 milione e mezzo di metri quadri». I titolari del Centro hanno scelto Manzano perché considerano il luogo strategico: «Venderanno infatti alla vicina Slovenia e all’Austria del sud. Inoltre siamo vicini ai porti di Monfalcone e Trieste e presto sorgerà la Manzano-Palmanova: questa, quindi, potrebbe diventare un’importante base logistica del loro commercio all’ingrosso, e in generale un’area interessante per gli outlet».
Il Centro Ingrosso Italia-Cina partirà con box su 10 mila mq, ma è in previsione l’ampliamento fino ai 30mila, «come a Padova, compatibilmente – precisa Lovato – con le normative urbanistiche». Dall’amministrazione comunale di Manzano è giunto l’ok: «È tutto regolare con i permessi», specifica l’assessore Patrick Stacco. I vecchi capannoni Sabot sono stati infatti ristrutturati e messi a norma (impianto elettrico e antincendio); gli imprenditori cinesi hanno investito ben 500mila euro per rimetterli a nuovo, e per farlo hanno utilizzato ditte italianissime, una delle quali, riferisce Lovato, senza questa commessa rischiava di mettere in cassa integrazione i suoi dipendenti.
Nel centro lavoreranno circa 80 persone, che potranno presto diventare 200; «come accade già nei ristoranti cinesi, dove stanno assumendo cameriere italiane, è probabile che vi sarà spazio anche per i lavoratori locali». Insomma, lo scambio è possibile, e a chi controbatte che la comunità cinese è così chiusa che difficilmente potrà confrontarsi a beneficio dei locali, Lovato osserva che «anche noi, quando eravamo emigranti, ci comportavamo come i cinesi adesso: lavoravamo solo per raggranellare il gruzzoletto e tornare in patria a comprarci la casa. Ora il benessere che abbiamo raggiunto, ci piaccia o no, bisogna condividerlo». Insomma, ospitare cinesi in una zona già sofferente potrà sembrare scomodo, «perché le cose nuove e i cambiamenti creano sempre ostilità, ma andare contro il corso della storia non si può, anzi convivere con mentalità diverse è sempre sinonimo di crescita».
E a proposito di integrazione, la direzione didattica di Manzano avrebbe già dato disponibilità per organizzare corsi di lingua italiana destinati a cinesi adulti.