Moggio: collaborazione tra Comune e Pro loco, disegnati 4 nuovi percorsi per mountain bike

Piste forestali e sentieri in parte riscoperti sono diventati itinerari di mountain bike. La novità rispetto al passato, considerato che i percorsi erano già patrimonio di pochi cultori delle due ruote, prevalentemente locali, sta nel fatto che sono stati valorizzati grazie all’adozione di cartine geografiche appositamente preparate, corredate da documentazione fotografica, indicazioni sulle località attraversate, sul chilometraggio e sulle difficoltà, da integrare con l’apposizione di tabelle sul territorio. L’iniziativa sostenuta da Comune e Pro loco è di un gruppo di appassionati di Moggio che, unendo il patrimonio di conoscenze e utilizzando dove le condizioni di abbandono lo richiedevano motosega e piccone, hanno disegnato gli itinerari a misura di mtb e comunque di tutti gli appassionati di montagna considerato che alcuni sentieri sono stati ripristinati offrendo alternative interessanti anche ai camminatori. Sono stati ricavati 4 itinerari base che spaziano tra i boschi alti con quote che superano i 1.700 metri e sfiorano le rocce, a percorsi individuati attraverso le vecchie borgate del paese. Per restare al “Troi dai borgs” (da Moggio attraverso le frazioni di Travasans, Costa, Monticello, Moggessa) sarà sufficiente ricordare che le due ruote percorrono le stesse rampe che oltre mezzo secolo fa i valligiani salivano con sulle spalle i morti delle frazioni per condurli al cimitero del paese. E ancora scivolano a fianco dei mulini azionati dall’acqua dei rii, resti ancora visibili e apprezzabili per l’ingegnosità e la creatività dei muratori del tempo. E per chi ama l’avventura il guado del limpidissimo Glagnò rappresenta l’imprevisto d’un saliscendi che richiede impegno atletico e apre il cuore a scorci mozzafiato. “Il richiamo dei faggi”, 20 km a ridosso del parco delle Prealpi Giulie, è disegnato sulle pendici del monte Sflincis. Tecnico dal punto di vista sportivo, offre un panorama sulla vallata del Fella e sulle montagne di Moggio: Chiavalz, Zuc dal Bor, Pisimoni e si innesta per un tratto sulla ciclovia Alpe Adria, spina dorsale di quell’invito all’uso della bici che il turismo nell’Alto Friuli intende coltivare. “Nel bosco degli urogalli” e “Cjasut dal sior”, con la possibilità di variazioni per ogni gamba, portano verso le cime della val Aupa e della val Alba che ospita la Riserva naturale della regione. Il primo itinerario dove è in programma per il 19 agosto, anche una competizione di mountain bike organizzata dalla Carnia bike di Tolmezzo, si addentra tra boschi di conifere e faggete. “Cjasut dal sior” nella sua prima parte sfrutta la strada che conduce alla conca del Vualt per poi affrontare la salita da effettuarsi solo in parte in sella, che raggiunge il “Cjasut”, (tetto degli itinerari con i suoi 1.742 metri): vista a 360 gradi sulle montagne carniche (Grauzaria e Sernio in primo piano) in attesa di una discesa che potrebbe far parte d’un manuale di mtb.