Palazzolo: la Coldiretti contro l’elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest


La Coldiretti insiste sulla vecenda dell’elettrodotto Redipuglia- Udine Ovest affidando al suo neo presidente Dario Ermacora il compito di eprimere il proprio disappunto in merito alla sostanza, ma anche alla forma con cui il progetto vine portato avanti dalla società Terna e dalla Regione .
      «Non siamo contro lo sviluppo e neppure per il no a prescindere, ma- precisa Ermacora- qualsiasi opera che condizioni l’attività agricola deve necessariamente essere discussa, valutata per verificare l’impatto dal punto di vista economico, ambientale e paesaggistico».
      La Coldiretti del Friuli Venezia Giulia ha tra l’altro trasmesso agli uffici competenti della Regione, un documento con le osservazioni da tener conto sullo studio riguardante l’impatto ambientale relativo al progetto dell’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia. La memoria della Coldiretti, è supportata anche da uno studio di valutazione di impatto patrimoniale sul settore agricolo nell’area coinvolta, condotto dall’Università degli Studi di Udine.<br />
      «Credo – aggiunge il presidente – che l’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia, dovrà tener conto degli aspetti ambientali e non solo. La società Terna Spa ovviamente, descrive l’opera non solo coerente con la programmazione energetica, ma soprattutto sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico, sociale, ambientale e territoriale, ma– continua Ermacora – non si capisce perché non sia stato predisposto un confronto con altri tipi di costruzione, come a esempio l’interramento, che probabilmente comporta costi superiori in termini di realizzazione, ma vantaggi ambientali che hanno sicuramente un valore, in termini anche economici, piuttosto importante».
      Coldiretti insiste però anche su maggiore condivisione di coloro i quali sono direttamente coinvolti sull’eventuale costruzione dell’opera.
      «La partecipazione di gruppi sociali, comprese le organizzazioni di rappresentanza come la Coldiretti – commenta il direttore Elsa Bigai – è stata presa in scarsa considerazione. Per quanto ne sappiamo sono state interessate l’Amministrazione Regionale e quelle comunali e questo lo considero riduttivo se solo si pensa ai principi ispiratori di Agenda 21». «Per ultimo – conclude il direttore – ma non certo per importanza, credo che gli indennizzi alle imprese agricole non potranno basarsi su calcoli basati su servitù o espropri in quanto, come si evince anche dallo studio condotto dall’Università di Udine, vengono di fatto limitate le future iniziative imprenditoriali delle aziende agricole che operano in quei territori».