Paularo: Incarojo, la valle dove rinascono i pianoforti

Nel cuore l’amore per la musica, nelle radici il legno delle loro montagne, nelle mani un grande talento, di quelli che salvano – come direbbe Mauro Corona – perché puoi costruire con maggiore certezze il tuo futuro qui, a casa tua, in Carnia. Questa è la storia di due giovani fratelli, Alessandro e Michele Leita, di Prato Carnico, e del loro piccolo miracolo d’ingegno, arte e manualità sopraffina maturato a Paularo, nella valle dove, appunto grazie ai “fradis da Prât”, rinascono i pianoforti. Sì, perché nel loro laboratorio di restauro, nell’ex caserma Maronese, strumenti antichi, spesso classificati come «irrecuperabili», ritrovano forma, suono, splendore, calore, vita.

In attesa dell’inaugurazione (sabato, alle 16, con autorità, musicisti e concertino incluso), cerchiamo di conoscere da vicino Alessandro e Michele. Papà Ilo, una vita di lavoro alla Solari, «è uno che sa fare di tutto e bene»; nonno Tranquillo, uomo di fiducia della falegnameria De Antoni di Comeglians, era un grande maestro nella scelta dei legnami, mentre nonno Remigio Rupil alla Solari studiava le meccaniche degli orologi. Per completare il quadro genealogico, Alessandro si è diplomato in falegnameria all’istituto professionale di Cividale, Michele, il più piccolo (ma solo anagraficamente), è uno dei bravi perito del legno sfornati dall’eccellente scuola di San Giovanni al Natisone. E infine la musica: “Ale” ha un diploma di solfeggio e al pianoforte se la cava bene; “Miki” ha studiato canto lirico.

Con questi percorsi personali e con l’altrettanto fondamentale patrimonio genetico di cui abbiamo parlato

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