Paularo: sono i negozi di vicinato a tenere vivi i paesi della Carnia

di Stefano Fabiani.

In questi ultimi tempi si legge spesso sui giornali che i negozi di vicinato fanno sempre più fatica ad andare avanti a causa in particolar modo dei grandi supermercati che negli ultimi anni hanno avuto uno sviluppo particolare nella nostra regione. Il consumatore è evidente che cerca di andare a fare la spesa dove costa meno, soprattutto in questo momento dove risentiamo tutti della grave crisi economica che stiamo attraversando, questo è senz’altro fuori discussione. Desidero però difendere i negozi di piccola dimensione come il mio che, grazie anche ad altri miei colleghi, continuano a tenere vivi certi paesi della Carnia e non solo. Da diversi anni queste attività svolgono un vero e proprio servizio sociale che non sempre si trova nei centri della grossa distribuzione e che spesso viene sottovalutato. La spesa viene portata a domicilio quotidianamente ed è impossibile anche in questo caso non colloquiare con le persone interessate, in particolar modo con quelle anziane. La mia attività, per esempio, è presente sul territorio da diverse generazioni (iniziata con i famosi “Kramars” già nel lontano 1727). Spero possa continuare nonostante certe strategie interne che hanno portato a modificare il pensiero di tutti noi commercianti ma che personalmente possono essere condivise per certi versi ma non per altri. È evidente che grossi cambiamenti non tutti se li possono permettere in questo periodo ad eccezione di alcuni (pochi) che probabilmente hanno avuto la fortuna , buon per loro, di poter procedere in questo senso. L’importante è continuare a mantenere professionalità e umiltà che non guastano mai. Possiamo concludere dicendo che rispetto a 15-20 anni fa, i piccoli negozi di alimentari da 13 che si trovavano in tutto il comune ora sono ridotti a 6; due nel capoluogo (tre fra non molto con uno però di dimensioni abbastanza notevoli), due nella frazione di Villamezzo, uno a Dierico ed uno a Salino. Una certa riflessione in merito è d’uopo.