Piano d’Arta: il 5 gennaio tutti a guardare il verso del fumo della Femenate, ma nel fuoco c’era qualcosa che nessuno ha visto

ultima

di Aldo Rossi.

L’appuntamento è oramai noto a tutti: si tratta dell’accensione all’Epifania dei falò sulla cima dei colli, nelle corti oppure in una località che abbia dei risvolti leggendari. Il significato di questi fuochi è da ricercare negli antichi riti propiziatori e di purificazione celtici; in molti casi le ceneri venivano poi sparse nei campi proprio per allontanare maledizioni e garantire abbondanti raccolti. Nonostante la cristianizzazione del Friuli, questa usanza non si perse, anzi persistette attraverso i secoli, giungendo fino ai giorni nostri praticamente immutata. In tempi recenti, infatti, il falò veniva talvolta benedetto dal parroco con l’acqua santa e lo scoppiettare del fuoco veniva identificato dalla comunità come la fuga del demonio. Il rito del Pignarûl da noi è molto sentito in particolare a Tarcento, mentre in Carnia il fenomeno è conosciuto come “La Femenate”.

Sono molto legato a Piano d’Arta nel modo in cui ami i luoghi che ti hanno visto crescere, dove la tua famiglia ha rimesso radici dopo che le prime erano state prematuramente strappate. E questo legame ti fa superare tutto anche il dispiacere di alcuni che vorrebbero cancellare il ricordo che hai lasciato di te in paese. Ma questo è il grande fascino della Carnia che ricambia sempre e incondizionatamente l’affetto che nutri per lei, basta che sia sincero.

Ed è proprio a Piano d’Arta che il 5 gennaio 2016 alla sera “ ’ta Cort di Flon”, si è svolta una di queste manifestazioni. Vi dico subito che io non ero presente, ma molto spesso la “non presenza” fisica ti permette a posteriori delle osservazioni e delle analisi che sono precluse a chi era presente, proprio perché troppo coinvolto, troppo preoccupato di trovare i significati che sono attesi da tutti e nella loro forma tradizionale.

E quindi tutti i presenti attenti alla direzione che prende il fumo: un antico proverbio friulano sostiene che: se il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont; se il fum invezit al va de bande di soreli jevât, cjape il sac e va al marcjât. Così tradotto: se il fumo va a occidente, prendi il sacco e va per il mondo; se il fumo invece va a oriente, prendi il sacco e va al mercato. La direzione del fumo alla fine è indicazione di un buono o cattivo anno.

Ma, proviamo a chiederci se quella sera a Piano d’Arta c’era qualcos’altro da vedere o da cercare nel fuoco che si alzava alto oltre al fumo, che per il 2016, dava buoni presagi. Ripeto: chi c’era era troppo preso per poter vedere cose diverse, possibilità invece che si è aperta a chi come me è andato a guardarsi le foto della serata; che in questo caso sono quelle pubblicate su Facebook da Enzo Intilia (che ringrazio e che mi autorizza a riprodurle qui).

Sappiamo che quando si carica una foto sul social network, questa viene ridotta in automatico dal sistema e quindi rispetto all’originale abbiamo una perdita di qualità che si traduce poi in una “granulosità” nel momento in cui vai a ingrandire la foto per vederne i particolari. Ciò rende praticamente impossibile una loro marcata manipolazione perché per poter ritoccare una foto ci deve essere comunque una certa sostanza. Questo per dirvi subito che le foto in questione non sono state ritoccate o corrette in nessuna maniera, ma solo evidenziate in alcune parti per poter far risaltare quanto trovato.

Quindi la domanda da farsi (oltre a dove andasse il fumo) era forse chi fosse presente “ ‘ta cort di Flon” quella sera oltre agli amici di Piano d’Arta riuniti li. E la risposta è contenuta nelle foto che forse in molti hanno già visto, ma che probabilmente andavano guardate con occhi diversi.

Ed ecco allora comparire tra le fiamme che si levavano alte in cielo, una figura femminile,

Viso donna capelli lunghi_Viso donna capelli lunghi_bn

un viso di donna con i capelli lunghi che a quanto pare ha voluto essere li quella sera in compagnia di tutti gli astanti. Chissà chi era e cosa la legava così tanto a quel luogo che ha fatto in modo che ricomparisse sotto questa forma.

Viso donna capelli lunghi_particolare

Forse è vissuta li, forse era legata a quella corte e chissà quale arcano stava cercando di risolvere tanto da spingerla ad apparire tra le fiamme.

Ma non c’erano solo figure umane la sera del 5 gennaio 2016 tra le lingue di fuoco della “Femenate” che bruciava a Piano d’Arta: fa la sua comparsa ben delineato, anche il muso di un cane

Cane_Cane_particolare

forse mentre stava accompagnando il suo padrone che potrebbe essere una delle altre figure maschili che sarebbero comparse di li a poco nella serata. Anche qui sarebbe bello sapere se in fondo a via Casaletto e “Sot la strete” fosse vissuto un cane e fosse proprio lui a tornare li di Flon a ritrovare quei luoghi.

Poi ci sono due sono figure una maschile e una femminile: la prima è quella di un uomo col cappello e con la spada in alto dritto in piedi tra le fiamme.

Uomo con cappello_1

La seconda è il contorno con gli occhi e i capelli ben visibili di un bellissimo viso femminile che sembra appena uscito da una foto profilo di Facebook …

Viso di donna solo

 

E infine i contorni di un altro volto maschile dalle sembianze antiche che ricordano quasi quelle di un vecchio capo indiano: anche lui ha voluto esserci li a Piano d’Arta la sera del 5 gennaio.

Viso di uomo_Viso di uomo_.bn

Va detto che una scienza che studia queste tipologie di fenomeni esiste e si chiama “Pareidolia” (dal greco είδωλον immagine, col prefisso παρά) ed è il subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate e si ritiene che sia stata favorita dall’evoluzione della specie umana, perché consentiva di individuare situazioni di pericolo anche in presenza di pochi indizi, ad esempio riuscendo a scorgere un predatore mimetizzato nell’oscurità.

Quindi se volete provare a cercare anche voi (magari in altre fotografie) presenze nascoste dal fuoco fatelo pure e segnalate se incontrerete altri convitati che quella sera erano presenti, ma che chi stava davanti al fuoco che si ergeva alto verso la notte dell’Epifania, era troppo, troppo vicino per poterle vedere.

3 Risposte a “Piano d’Arta: il 5 gennaio tutti a guardare il verso del fumo della Femenate, ma nel fuoco c’era qualcosa che nessuno ha visto”

  1. Gianna

    11/01/2016 at 20:22

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    Beh che dire!……l’essere tornata a casa perchè infreddolita aver chiesto a Enzo di tornare a fare delle foto e io d’istinto, al primo botto che segnava l’accensione del falò aprire la finestra e zummare il fuoco…… Scaricate le foto che vedo? quello che Aldo ha visto!!! Una bella e brutta sensazione allo stesso tempo. Forse con il fuoco si sono bruciate tante cose negative che mi perseguitano da anni…..FORSE! Però…..Dico a Aldo, tu non ti ricordi perché giovane ma in quel luogo, assieme alla famiglia dei” Flon” c’era anche un setter che il vecchio Flon aveva sempre affianco. Chissà in quel falò la sera del 5 gennaio 2016, sono ricomparsi per un attimo tutti i personaggi che in quel luogo hanno vissuto. I presenti forse non si sono ricordati che tutto ciò che ogni anno viene svolto in quel luogo è proprio grazie alla volontà dei de fratelli, Gigi e Mario……..Quella sera hanno voluto assistere alla festa e salutare gli amici…..A.D.M.

    1. Adesso che me lo dici Gianna in effetti si … mi ricordo del cane, certo era un setter.

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