di Chiara Benotti
Per ammazzare il tempo alla fermata del pullman, hanno appiccato fuoco alla pubblicità infilata nelle buche della posta in viale Grigoletti. Baby-teppisti in azione in città, con l’odore del fumo che ha fatto preoccupare i condomini del palazzo “Quadri”. A pochi metri da uno sportello finanziario, il branco è finito sotto accusa. «Siamo all’emergenza, servono i controlli dei poliziotti di quartiere. Tutti i giorni ci sono schiamazzi alla fermata dei pullman – hanno protestato gli inquilini, segnalando il fatto all’amministratrice Pastorini -. I ragazzini lasciano rifiuti e cartacce sul suolo pubblico. L’ultima trovata è stata quella di incendiare la pubblicità: hanno sfilato e incendiato le carte pubblicitarie dalle caselle postali. La prossima volta, appiccheranno fuoco al palazzo?»<
I piccoli teppisti si siedono sui gradini del palazzo, in attesa dei pullman della linea 1 dopo le 13.30. La seconda ondata è dopo le 16, all’uscita del dopo-scuola. In viale Grigoletti passa il “pattuglione” di militari e carabinieri, ma ai residenti non basta: «L’immondizia sul marciapiede è un altro risultato. Dove sono i controlli?».
Ma i baby teppisti stanno facendo disperare anche i professori all’interno degli edifici scolastici, dove le bravate si sprecano.
Qualche esempio? Non parte il programma sul pc e uno studente bestemmia, a scuola. Non contento, batte sulla tastiera come un forsennato. «Non funziona!» urla. Risultato: colloquio con i genitori, convocati d’urgenza dal dirigente, e il diciassettenne di un istituto tecnico-professionale del Pordenonese cambia scuola. Ritirato per la seconda volta durante l’anno in corso, tra un istituto tecnico e l’agrario con una fila di 4 nella in pagella. Per la cronaca, sul pc sono saltati alcuni tasti.
Uno studente del Sacilese ha un’abitudine: lancia lo zaino sul banco dalla soglia con scarica di parolacce, alle 8. Altro sketch a Pordenone: un ragazzo albanese ripreso da un docente di matematica lo ha apostrofato: «Mio padre ha un Rolex al polso, lei non se lo può permettere…».
L’arma di difesa è nel voto di condotta, ma spara a salve. Quella più efficace sarebbe l’educazione da parte delle famiglie ma al giorno d’oggi sembra essere un obiettivo di tendenza.