Prato Carnico: concordato fallimentare: l’edilizia “perde” la Bidoli

di Gino Grillo.

Ulteriore colpo all’edilizia della montagna: la Bidoli, società storica della Carnia, di Giampaolo Bidoli, ha gettato la spugna portando i libri in tribunale e richiedendo il concordato fallimentare. L’azienda che dava occupazione a 27 dipendenti con uno stabilimento di prefabbricazione nell’area artigianale in località Chiampeas, è l’ultima della serie a dover ricorrere al tribunale a causa della crisi congiunturale che da qualche anno attanaglia il comparto dell’edilizia. Francesco Gerin, sindacalista della Fillea Cgil, commenta come questo fatto rappresenti un duro colpo per l’economia e l’occupazione della Carnia e non solo. «Ci sarà una grave ripercussione occupazionale per paesini che vivono su attività di micro-impresa. L’azienda Bidoli operava da più di un trentennio in ambito pubblico; ultimamente è stata impegnata nella ristrutturazione del municipio di Tolmezzo». Un’impresa solida con fatturato milionario e proprietà  immobiliari importanti. «Il tutto messo sul piatto del giudice ed eventuale curatore fallimentare: insomma una dote cospicua che potrebbe senz’altro coprire i creditori privilegiati in primis i dipendenti dell’impresa, ma che chiude una importante esperienza lavorativa per la montagna carnica». Il sindacato da parte sua aveva già  suonato il campanello dall’allarme con Gerin che a più riprese aveva anticipato come «la grande crisi, la più forte dal dopoguerra, non stia risparmiando nessuno. I lavoratori saranno messi al corrente della situazione nei prossimi giorni, alcuni per la verità sono già  stati contattati telefonicamente e hanno appreso di trovarsi in cassa integrazione speciale. Al momento parte di questo personale sta lavorando in un cantiere ad Ampezzo dove si sta urbanizzando, per conto dell’amministrazione comunale, il capoluogo. Probabilmente il tracollo dell’azienda della val Pesarina avrà ripercussioni anche sull’esecuzione e sul cronoprogramma anche di questi lavori che comportano attualmente la costruzione di alcuni marciapiedi lungo la via principale segnata dalla statale 52 Carnica e che dovrebbero protrarsi sino all’uscita del paese in direzione di Tolmezzo. «Non osiamo immaginare – chiude il sindacalista – l’impatto a livello sociale che questa chiusura potrà determinare, considerato che in loco, in montagna, non ci sono tante altre prospettive se non al valigia e l’emigrazione. Questo ci farebbe ripiombare negli anni tristi quando si era costretti ad emigrare all’estero, ritornando indietro di almeno 40 anni».