Prato Carnico: per il Tribunale delle acque la Seac può aprire il cantiere, via alla centrale idroelettrica

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A Prato Carnico arriva la centrale idroelettrica. A dare il via libera alla deviazione del rio Piccolaz e del rio Liana è il Tribunale superiore delle acque, con una sentenza depositata ad aprile che chiude il contenzioso fra la Seac (srl di Ovaro, rappresentata dagli avvocati Cesare Mainardis e Adriano Giuffré) e il Comune montano (difeso da Amina L’Abbate). Cancellata dunque la variante 19 al Piano regolatore generale entrata in vigore a metà giugno 2011, la società può aprire il cantiere.

«Se ciascun Comune potesse scegliere quali e quanti impianti insediare nel proprio territorio – scrive il presidente del Tribunale, Francesco Trifone –, c’è la concreta probabilità che non esisterebbe nessuna centrale idroelettrica per la notoria prevalenza dei localismi».

È il 9 febbraio del 2007 quando la Seac chiede al Comune il rilascio di una concessione di derivazione a uso idroelettrico del rio Piccolaz e del rio Liana. Parallelamente, inizia l’iter d’autorizzazione in Regione. Superato il giudizio di compatibilità ambientale, la Seac presenta il progetto definitivo dell’impianto idroelettrico. Ma lo stop arriva nel 2011 con la delibera 15 del 16 giugno, con cui il consiglio comunale adotta la variante 19 al Piano regolatore limitando i prelievi da fiumi, torrenti e rii.

Decisione che – secondo il Tribunale delle acque – travalica le funzioni del Comune. Prato Carnico

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