Ravascletto: alla biologa De Crignis il premio Marpillero

È stato assegnato alla giovane biologa Elisa De Crignis, classe 1982, il premio Gina Marpillero che si terrà tutti gli anni ad Arta Terme. Il premio, presieduto da Marlino Peresson, sindaco di Arta Terme (fanno parte della commissione Ulderica de Pozzo, Mario Turello, Paolo Medeossi e Caterina Zaina) intende mettere in luce e rendere merito a giovani donne carniche che si siano espresse in cultura, arte, letteratura, ricerca. La prima edizione ha voluto valorizzare la carriera della De Crignis di Ravascletto che ora, dopo un lungo e pregevole percorso di studi, lavora in Svizzera al laboratorio di immunopatogenesi dell’Aids all’ospedale di Losanna. Ed è anche assistente editoriale per la rivista scientifica New Microbiologica. Dopo lo scientifico a Tolmezzo, Elisa De Crignis si è laureata in scienze biologiche all’università di Bologna dove ha anche conseguito il dottorato di ricerca, cui sono seguiti corsi di specializzazione e borse di studio. Elisa, cosa ne pensi dei cervelli in fuga? «Nell’ambiente scientifico internazionale la mobilità è molto comune ed è vista come una risorsa e non come una scelta obbligata. In Italia purtroppo assistiamo solo ad una mobilità in uscita e quindi non possiamo apprezzare a pieno questo fenomeno. Penso che ciò sia dovuto sia alla mancanza di fondi sia a delle consuetudini che fanno sì che nei processi di assunzione non si tenga tanto conto del merito ma piuttosto dell’anzianità di servizio». Tu partecipi a due mondi, quello scientifico internazionale e multiculturale e quello dove sei nata, la Carnia. Come vedi oggi questo tuo piccolo mondo? «La Carnia è il luogo dove sono cresciuta. Lo amo molto e come tutti coloro che vivono lontano da casa, ne sento la nostalgia. Il suo isolamento ne preserva la bellezza ma credo sia un’arma a doppio taglio che in certe occasioni non ci permette di migliorare le condizioni di vita di chi la abita. Mi piacerebbe che gli amministratori identificassero la modernità come un aumento dei servizi e dei collegamenti con l’esterno piuttosto che con la cementificazione che mi pare un’idea di turismo oramai superata». Come ti senti intimamente: europea, italiana, friulana, carnica? «Parlare di carnici, friulani, italiani o europei ormai non ha più molto senso secondo me. Ognuno di noi é un unicum, frutto della propria esperienza di vita e delle relazioni che si é costruito». Elisa è una giovane donna carnica di cui sicuramente Gina Marpillero sarebbe orgogliosa